martedì 9 ottobre 2012

Elettricisti per caso

Chi mi conosce sa che non disdegno i lavori pratici: che ci sia da montare un lettino o capire come funziona un server, non mi sono mai tirata indietro, salvo poi rendermi conto che il mio cervello ha un blocco riguardo certi argomenti (per esempio non ho mai imparato come funziona l'hardware di un computer, nonostante abbia avuto colleghi di buona volontà che hanno cercato di farmelo capire in più occasioni).

Un'altra cosa che continua a essermi aliena è l'elettricità e gli impianti elettrici: a parte la regola basilare di tenere lontana l'acqua, non ci ho mai capito nulla.

Ieri notte però è saltata la corrente al piano superiore di casa mia e, visto che mio marito doveva recarsi da un cliente, mi ha chiesto di testare le varie lampadine per vedere qual'era quella che creava problemi. La sua idea era che chiedessi aiuto a mio papà, ma lui mi ha liquidato dicendo che per saltare la corrente doveva esserci un corto circuito e quindi bisognava chiamare l'elettricista. Mio marito non era d'accordo, ma si è detto disposto a fare lui il lavoro la sera.

Il problema è che mio marito quando fa i lavori pratici, perde il lume della ragione: si arrabbia, comincia a bestemmiare, diventa scontroso con il mondo intero... insomma, rischiamo tutte le volte il divorzio. E poi mi dispiaceva che la sera, rientrato dal lavoro, dovesse mettersi a fare un lavoro che comunque sarebbe stato lungo. Così, mentre le bimbe dormivano, mi ci sono messa io: prendi la scala dalla cantina, portala di sopra (ma quanto cavolo pesa???), cerca di capire come aprirla e allungarla (non ci sono più le vecchie scale di una volta... per fortuna! Io rischiavo sempre di cadere! La nostra è molto più stabile), togli le plafoniere (abbiamo solo plafoniere a casa nostra, esattamente 7 al primo piano), svita le lampadine, scendi ad attivare la corrente... e regolarmente saltava il salva vita. Che palle! 

Alla fine, dopo aver testato tutte le lampadine ed aver sudato come una capra tibetana, non è cambiato nulla. Chiamo mio marito, glielo dico e la sua risposta rischia di farmi imbestialire (ma sono troppo stanca e rinuncio): "ma perché ti sei messa a fare quel lavoro? Io avrei prima fatto le prove col tester (e che è??) sul pannello". 

Comunque alla fine lui torna a casa, fa le sue prove, stabilisce che il cortocircuito è proprio al primo piano e a forza di fare prove (accendi-spegni) riesce a far saltare definitivamente il cortocircuito, che si scopre essere nella luce dello specchio del bagno. E qui avviene il miracolo! Ci mettiamo in due a sistemarlo (ok, lui faceva l'elettricista, io il manovale, ma non stiamo a sottilizzare) e, udite udite, non parte neanche un urlo, una risposta stizzita, una parolaccia... nulla! Lavoriamo fianco a fianco in perfetta armonia. 

Di elettricità continuo a non capirne nulla, ma adesso mi sta molto più simpatica ;-)

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