mercoledì 31 ottobre 2012

Catechismo: quinta scheda

Abbiamo cominciato il catechismo con la canzone "Voi tutte opere del Signore":

Voi tutte opere del Signore, benedite il Signore;
voi tutti angeli del Signore, benedite il Signore;
e voi o cieli, e voi o acque, benedite il Signore.
Voi tutte opere del Signore, benedite il Signore.

Successivamente durante la catechesi abbiamo recuperato il discorso lasciato in sospeso settimana scorsa riguardo i doni di Dio: ci rendiamo conto della loro importanza? Per esempio l'acqua: come sarebbe vivere nel deserto? Come ci sentiremmo trovando finalmente un'oasi? Come si sente un bambino che ha perso la sua famiglia quando ne trova un'altra che lo accoglie? Come si sente un bambino solo quando finalmente trova un amico? 

Ci rendiamo conto che spesso consideriamo i doni che abbiamo come dovuti, ovvi, e non siamo capaci di apprezzarli come dovremmo. 

martedì 30 ottobre 2012

Popolo in stato comatoso

Domenica mattina stavo stirando e pensavo...  (lo avete capito, dopo il post sullo Spazio-tempo, che a me stirare fa male, vero? :-D )

Pensavo al fatto che, come ripete Grillo, i politici sono dei nostri dipendenti, eppure noi non possiamo neanche licenziarli o decidere il loro stipendio (altro che articolo 18!). I segretari di partito hanno molto più potere del "popolo".
Insomma, se l'Italia fosse un'azienda, avremmo il datore di lavoro, il popolo (o almeno, quella parte del popolo che paga le tasse...) che paga i dipendenti (i politici) scelti dall'ufficio del personale (i segretari di partito) senza poter mettere becco sulle decisione di quest'ultimo.

E' come se il datore di lavoro fosse in stato comatoso e l'ufficio del personale si fosse auto-nominato "reggente", ovviamente con i soldi dell'altro.

Il problema è: se e quando riusciremo ad uscire dallo stato comatoso in cui ci troviamo (e bisognerebbe anche capire se ci siamo finiti nostro malgrado o no...), a parte trovarci senza soldi e con debiti immensi, saremo in grado di riprendere il controllo dell'azienda Italia?

dal blog http://fogster.wordpress.com/

lunedì 29 ottobre 2012

Donazioni

Stamane sono andata a donare il plasma per la prima volta dopo la gravidanza delle gemelle. Ho aspettato un po' più di quanto sia obbligatorio (è vietato donare prima che siano passati 12 mesi dal parto) perché l'ultimo anno è stato abbastanza faticoso, ma adesso ci tenevo proprio: ho dovuto anche bisticciare con mia mamma che era contraria e non voleva venire a curarmi le bambine mentre io ero in ospedale!

Nella famiglia di mia madre ci sono stati molti donatori, anche perché a Genova, la sua città di origine, c'è il reparto grandi ustionati: lì davvero ne hanno un grande bisogno! Mamma mi ha raccontato che ai tempi del mio prozio le donazioni si facevano solo dirette perché probabilmente non c'erano ancora le tecniche moderne di conservazione del sangue: pensate come si dovevano sentire i donatori di allora quando venivano  raggiunti di fretta e furia da emissari in bicicletta che portavano la notizia di persone in pericolo di vita e che necessitavano del loro sangue! Dovevano davvero sentirsi un po' degli eroi!

domenica 28 ottobre 2012

Libri digitali/2

Odio non saperne nulla di qualcosa che mi interessa, così, dopo l'intervento di MasterAlchemist, ho deciso che dovevo capirne di più. Non avendo un kindle e non volendo al momento acquistarlo (non escludero di metterlo nella letterina dei desideri per Natale... ma prima devo essere convinta!), ho scoperto su Amazon che lo stesso programma del kindle può funzionare sul mio pc e che ci sono diversi titoli scaricabili gratuitamente, così ho scelto:

sabato 27 ottobre 2012

Ansie da genitori

Noi genitori vorremmo avere un manuale che ci dicesse passo passo cosa bisogna fare per crescere figli perfetti. Ma non perché vorremmo che i nostri figli fossero perfetti (in fondo, nessuno lo è), ma perché sappiamo che ci sentiremo in colpa per tutta la vita per ogni loro difetto. Ogni volta che sbatteremo il naso contro una loro mancanza, ogni volta che loro inciamperanno per un problema, ci chiederemo cosa potremmo fare, cosa potevamo fare, cosa potevamo evitare.

Che vita!

E questo non vale solo per i difetti caratteriali, ma anche per quelli fisici: chiamare o non chiamare il pediatra se la bimba ha 39,7° di febbre? Se non riesce a dormire per la tosse? Se mi sembra che cammini male? E se la risposta della pediatra non ci soddisfa? Cercare uno specialista o no?

venerdì 26 ottobre 2012

Voglia di vacanze

Sarà il raffreddore persistente (in tutta la famiglia!), sarà il frescolino di oggi, sarà un po' di noia latente, ma io avrei proprio voglia di farmi una bella vacanza in qualche posto caldo e soleggiato, voi?


Magari invece preferireste anticipare la stagione sciistica?


Io non so sciare e neanche mi interessa particolarmente, quindi sceglierei senza ombra di dubbio la metà esotica, anche se non necessariamente un atollo in mezzo al mare.

giovedì 25 ottobre 2012

Libri digitali

Mia sorella, dopo il mio post sui libri, mi ha suggerito di acquistare un kindle: leggero, semplice, permette di leggere libri ovunque. Lei lo usa e si trova bene.

Io amo i libri, come ho già scritto, ne amo il peso tra le mani, la sensazione della carta tra le dita, addirittura l'odore (ok, quello non sempre: non so come mai ma ci sono libri più "profumati" di altri). Però riconosco che se voglio portarmene 3 in vacanza, occupano un sacco di posto in valigia e pesano. Quando abbiamo fatto il trasloco 3 anni fa, mio marito mi ha letteralmente odiato: ogni volta che portava uno scatolone di libri lungo i tre piani di scale del nostro vecchio appartamento, minacciava di lasciarlo direttamente in discarica!

Insomma, qualche vantaggio il kindle ce l'ha sicuramente!

Poi però leggo articoli come questo sul sito del Corriere della Sera e ci ripenso.

mercoledì 24 ottobre 2012

Casinisti: diversi tipi.

Non ho intenzione di scrivere un post sui frequentatori delle case chiuse (casini) o delle sale da gioco (casinò), ma sui molto più comuni bambini casinisti.

Ieri a catechismo abbiamo raggiunto l'apoteosi: furto di caramelle al baretto dell'oratorio, appropriazione indebita di coltelli, corse intorno all'oratorio per evitare di cominciare l'incontro.

Quando finalmente siamo riusciti a radunarli e stavo facendo il solenne cazziatone, li guardavo e mentalmente li classificavo:

  • il leader negativo: quello che ha sempre creato problemi, che si diverte a correre fuori durante gli incontri, anche con la pioggia. Quello che ha sempre la risposta pronta e che cerca costantemente il tuo limite, il tuo punto debole, il tuo difetto. In fondo è un fine psicologo inconsapevole, peccato che non utilizzi in positivo le sue doti! Questo è il tipico personaggio a cui vorrei stare vicina, per fargli capire dove sbaglia e che meravigliosa persona potrebbe essere se solo lo volesse.
  • il casinaro indipendente: lui ama fare, disfare, chiacchierare. Non lo fa con cattiveria, ne con malizia; non cerca l'approvazione degli altri o un pubblico (cosa che invece fa il leader negativo), semplicemente non può farne a meno. Se solo si avesse il tempo e il modo di parlarci con calma, non creerebbe (quasi) nessun problema.
  • il subdolo: quello che ti sorride fingendosi angelico, che fa la battutina perfida, che istiga ed incita gli altri ma è in prima fila solo quando è convinto di non rischiare nulla. E' quello che, se gli dico "guarda che chiamo tua mamma" ti risponde: "chi se ne frega". Per me è il peggiore.
  • lo stupidotto: è quello che a volte penso non ci arrivi proprio. In fondo è un gregario, che però, per stupidità, a volte esagera. Ride per un nonnulla, si nasconde dietro ai compagni, ma se c'è qualche casino stai tranquilla che c'è anche lui. Bisognerebbe riuscire a tenerlo lontano da chi può trascinarlo.

Catechismo: quarta scheda

Abbiamo cominciato l'incontro con un canto tratto dal celebre Cantico delle creature di San Francesco:

Laudato sii, o mi' Signore (4 volte)  
E per tutte le tue creature, per il sole e per la luna, per le stelle e per il vento e per l'acqua e per il fuoco.  
Per sorella madre terra che ci alimenta e ci sostiene,per i frutti, i fiori e l'erba per i monti e per il mare. 
Perché il senso della vita è cantare e lodarti, e perché la nostra vita sia sempre una canzone. 

Per ascoltarla, qui

Poi abbiamo cercato di riprendere il discorso interrotto la volta scorsa sui gesti da Figli di Dio. Abbiamo quindi riletto il catechismo, ricordandoci che essere Figli di Dio significa amare Dio e amare i fratelli. I gesti da Figli di Dio sono quindi solo degli esempi di amore verso Dio e verso i fratelli.

Abbiamo sottolineato come il peccato non è altro che venire meno ai comandamenti dell'Amore. 


Dio però ci ama sempre, anche quando noi non dimostriamo il nostro amore per Lui e per chi ci ha messo accanto.

lunedì 22 ottobre 2012

Chiudere col passato.

No, non voglio parlare ancora del passato che mi assale ;-) ma del passato come tempo.

Voi siete capaci di chiudere col passato?  Voltare pagina e andare avanti?

Io no. Mai stata capace. Credo che il top per me sarebbe poter avere la contemporaneità del tempo: potermi spostare a mio piacimento da un punto all'altro della mia vita, a seconda dello sghiribizzo del momento.

domenica 21 ottobre 2012

Estero

Stamane ho incontrato una famiglia che si è trasferita a Londra quest'anno e che è rientrata in Italia questa settimana per le vacanze scolastiche dei figli. La mamma era assolutamente contenta del trasferimento, i bambini non sembravano provati dall'esperienza che stanno facendo e... non so, mi è scattato qualcosa dentro. 

Io sono sempre stata fortemente contraria a queste cose, non in generale, ma per me personalmente. No, in realtà per i bambini anche in generale. Penso che le radici siano importanti e trapiantare qualcuno da un'altra parte sia sempre traumatico, anche quando è necessario (penso alle adozioni internazionali, o alle migrazioni dai paesi del terzo mondo). 

Ho visto mia sorella, che ha fatto solo un anno negli States a 17 anni: quando è rientrata era un ibrido, ragionava metà da italiana e metà da americana, ha fatto molta fatica a ri-ambientarsi qui e secondo me non è un caso se le sue storie d'amore importanti sono state quasi tutte con stranieri: anche lei, come loro, non era (più) italiana al 100%. Secondo me è una specie di estraniamento...incurabile!


sabato 20 ottobre 2012

Consiglio di classe

Ieri sono andata al consiglio di classe nella scuola di mio figlio: la maestra Patrizia presiedeva l'assemblea e ci ha spiegato come va in generale, informandoci che a metà novembre ci saranno i colloqui individuali.
Quello che mi ha colpito è stato il suo atteggiamento: mi è sembrato di avere uno sdoppiamento di personalità! :-D

Mi sembrava di rivedermi in uno specchio mentre parlo con i genitori dei miei bambini di catechismo: sorridente, affettuosa, piena di complimenti per i bambini e i genitori (captatio benevolentiae?): bambini splendidi, simpatici, intelligenti, chiaramente seguiti molto a casa (e così ci ha conquistate tutte! ahahahah!). E poi i problemi, presentati in forma divertente e anche un po' sminuiti: devono imparare ad allungare il tempo di attenzione (ma sono già migliorati dall'inizio dell'anno!), non devono farsi problemi per delle cavolate (non trovo più la gommaaaaaa!), non devono disturbare, canticchiare, chiacchierare... ma impareranno.

Poi arriva la maestra di matematica ed è tutta un'altra musica: è impossibile fare lezione in questa classe! Parlano, disturbano, se ne inventano continuamente una, non sanno colorare (in primis mio figlio!!), non bastano minacce, sgridate, interventi diretti. Molto meglio l'altra prima, forse perché sono di meno (ma poi scopriremo che sono 24 contro i nostri 25: sai che differenza!). A quel punto la maestra Patrizia non può rischiare di farci pensare che la maestra Gabriella sia una matta che non sa gestire i nostri angioletti e interviene informandoci che sì, effettivamente la gestione dell'ordine è un po' difficile (ma solo perchè arrivano dall'asilo, poveri tati!) e ne succede sempre una: taglio di capelli con le forbici, taglio di abiti, sempre con le forbici, gioco di carte a lezione (con conseguente ritiro delle stesse), colle che incollano di tutto tranne la carta sul quaderno, incapacità di stare seduti...

Per un attimo davanti ai nostri occhi si materializza una specie di girone dantesco pieno di bambinetti urlanti che scorrazzano di qui e di là con in mano forbici, colla e qualunque altra arma impropria e la povera maestra imbavagliata e... incollata ad una sedia!

venerdì 19 ottobre 2012

Solidarietà

Ripensavo al post Bimbi e soldi e riflettevo sul fatto che, oltre al discorso del risparmio e della spesa oculata, c'è un altro aspetto che vorrei passare ai miei figli, cioè quello della solidarietà. 

I miei genitori mi hanno dato sempre un buon esempio su questo punto: ricordo quando cambiarono la cucina, ormai credo siano passati almeno 15 anni, e decisero di dare in offerta una percentuale importante di quella spesa. Allo stesso modo, quando hanno cominciato a  regalarci la busta per Natale e compleanno, ci hanno anche chiesto se volevamo regalare parte di quei soldi a chi ne aveva più bisogno (in particolare, avevamo deciso di aiutare l'associazione CAF di Milano).

Crescendo ho cercato di mantenere questo spirito (quando ho cominciato a lavorare, per un paio d'anni ho dato un contributo mensile ad Emergency), poi le spese sono cresciute (la macchina nuova, poi la convivenza e la costruzione della casa) e la solidarietà è diventata più spicciola e occasionale. 

Ogni volta che ci penso mi sento sempre in difetto per questo. 

giovedì 18 ottobre 2012

Taglio di capelli

Vado dal parrucchiere solo una volta l'anno, quindi quando vado devo trovare una pettinatura pratica, veloce e che, quando il capello si allunga, non diventi ridicola. Il risultato è che finisco per fare più o meno sempre lo stesso taglio: caschetto corto, con o senza frangia scalata.

Il mio problema è che... ho un sacco di problemi! Non sono assolutamente capace di immaginarmi con un taglio diverso da quello che ho nel momento in cui mi guardo allo specchio, non sono mai stata capace di asciugarmi i capelli acconciandomeli (ho sempre guardato ammirata le mie sorelle, vere artiste nell'utilizzare phon e spazzola in contemporanea!), faccio fatica a pensare di spendere i soldi del parrucchiere più di una volta l'anno.

Il risultato è che sono perennemente alla ricerca di un parrucchiere eccezionale a cui affidarmi completamente, della serie: faccia di me quello che vuole.

Dato che finora i risultati sono stati il caschetto corto con o senza frangia ho cominciato ad interessarmi dei software (gratuiti ovviamente!) che permettono di sperimentare su una tua foto diverse acconciature.

mercoledì 17 ottobre 2012

Inviti insperati

Sono catechista da una vita, ma non l'ho mai fatto continuativamente e ho sempre cambiato il gruppo che seguivo.

Ho cominciato che ero ancora alle medie aiutando mia mamma con la classe di mia sorella: più che la catechista facevo un po' di servizio d'ordine.

Poi, mentre ero alle superiori, ho cominciato a seguire un gruppetto di pre-adolescenti (post-cresima) facendo la catechista. Allo stesso gruppo ho fatto catechismo quando ero all'università e loro erano ormai adolescenti.

In seguito, quando ormai lavoravo, ho seguito per un anno il gruppo di mio fratello, adolescente.

Allora c'era ancora il vecchio parroco, che lasciava libertà assoluta alle catechiste, e credo di non aver mai incontrato un solo genitore dei ragazzi che seguivo.

Ho dei ricordi bellissimi, anche perché da sempre sono affascinata dall'età adolescenziale: è l'età in cui i ragazzi cercano di scoprire se stessi e il mondo; in cui li puoi affascinare con un gioco "pissicologico"; in cui cominciano a farsi domande importanti su diritti e doveri, sulla Vita e la Morte. E poi il catechismo non è più "obbligatorio", chi ci va, bene o male, ha già fatto delle scelte oppure le farà anche grazie a quello che tu riesci a trasmettergli. I gruppi sono più piccoli, conta di più l'amicizia tra i singoli membri, i ragionamenti si fanno più complessi, gli esempi più arditi, il rapporto più paritario.

Alcuni ragazzini che seguivo a catechismo sono, da adulti, miei amici e questo è molto bello.

Da quasi 3 anni invece seguo i bambini, perché nell'attuale contesto parrocchiale gli adolescenti vengono seguiti dai giovani e si preferisce che gli adulti si dedichino ai bambini, per tutta una serie di motivi che, giusti o sbagliati che siano, non sono sindacabili (come spesso succede nella Chiesa).

martedì 16 ottobre 2012

Catechismo: terza scheda

Con questo incontro cominciamo il cammino verso la Riconciliazione.

Abbiamo cominciato la preghiera con la canzone "Padre nostro ascoltaci", ispirata al "Padre Nostro":


Padre nostro ascoltaci: con il cuore ti preghiamo,
resta sempre accanto a noi: confidiamo in te.
La tua mano stendi sopra tutti i figli tuoi:
il tuo regno venga in mezzo a noi (2v)

Per il pane di ogni dì, per chi vive e per chi muore,
per chi piange in mezzo a noi, noi preghiamo te.
Per chi ha il cuore vuoto per chi ormai non spera più:
per chi amore non ha visto mai (2v)

Se nel nome di Gesù con amore perdoniamo,
anche tu che sei l'Amore ci perdonerai.
La tristezza dentro al cuore non ritornerà:
nel tuo amore gioia ognuno avrà (2v)
La scheda di oggi era piuttosto lunga e complessa:


Cibo

Io credo non ci sia nulla che interessa di più noi italiani del cibo.

Ricordo mia nonna che, ogni qualvolta andavamo fuori a mangiare per qualche motivo (un pranzo di nozze, una cena di lavoro), voleva l'elenco delle portate e la loro descrizione; uno degli argomenti di discussione davanti la macchinetta del caffè in ufficio è sempre stato il nuovo piatto sperimentato o assaggiato nel week end; durante le cene a casa nostra mio marito si diletta a spiegare la preparazione della pietanza particolarmente riuscita e uno dei suoi  "spetteguless" preferiti è raccontare come cucini male sua cugina. Il moroso di mia sorella, che è inglese, si stupisce sempre di come i suoi colleghi italiani, alla vigilia di ogni sua vacanza alla scoperta della nostra bella penisola, non manchino mai di consigliargli una trattoria, un ristorante, un piatto che non può mancare di provare dove sta per recarsi. 

lunedì 15 ottobre 2012

Concorso per i docenti

E' da qualche settimana che mi sto preparando per il concorso per i docenti indetto dal ministro Profumo: mi sono fatta prestare dei libri sulla metodologia dell'insegnamento e sulla psicologia dell'apprendimento e sto facendo delle esercitazioni on-line sulla falsa riga della prima prova, quella preselettiva.

Non credo di avere molte chance di vincere il concorso: la mia laurea in matematica risale a 11 anni fa e nel frattempo ho lavorato in un'azienda informatica, dimenticandomi praticamente tutto quanto ho studiato. Anche i pochi mesi di supplenze che ho tenuto sono del periodo della tesi e, oltre al bel rapporto che ho avuto con gli studenti (alcuni sono miei amici su facebook!), non ricordo molto. Però, come si dice, tentar non nuoce.

Quello che mi stupisce sono le critiche, anche aspre, nei confronti di questo concorso. Sarò una profana, ma mi sembra che sia stato ben pensato: c'è una prova preselettiva di logica, comprensione del testo e lingua straniera; uno scritto a domande aperte sulle materie per cui ci si candida; una prova pratica in cui si simula una lezione e un colloquio sulla lezione fatta e in cui si testa la lingua straniera. Per accedere ad una prova è necessario aver passato quella precedente.

A parte chi non vuole in toto il concorso, le critiche peggiori sono sulla prima prova. Premetto che non ho mai fatto un esame del genere (matematica non è di certo una facoltà a numero chiuso!), ma dalle esercitazioni che ho fatto finora mi sembra evidente quale sia l'intento: bocciare chi proprio non ci arriva!
E' chiaro che le domande riguardanti la comprensione del testo o i sinonimi e i contrari saranno più facili per chi ha una laurea umanistica, mentre le domande di logica lo saranno per chi ha una laurea scientifica e quelle in lingua straniera per chi ha una laurea in quello, ma davvero vorremmo come insegnanti per i nostri figli persone che non sanno comprendere un testo (anche se insegnano matematica), che non conoscono l'informatica  o l'inglese (al giorno d'oggi! E lo dico io che l'inglese non lo imparerò mai... sigh!), che non hanno un minimo di logica?

Non capisco neanche molto chi rifiuta il concorso in toto: io credo che sia sacrosanto il voler testare gli insegnanti e spero anche che trovino un modo appropriato per valutarli: è chiaro che ogni metodo di valutazione ha i suoi pro e i suoi contro, ma è altrettanto vero che incentivare gli insegnanti a fare di più, e premiare quelli migliori è l'unico modo per cercare di avere una scuola al top. E' ingiusto pagare alla stessa maniera chi legge il giornale in classe e chi invece passa i pomeriggi a inventarsi metodi diversi e nuovi per interessare i bambini o i ragazzi in aula, e non ci si può basare solo sulla buona volontà dei singoli (che grazie a Dio però ci sono sempre stati e continuano ad esserci).

Io spero che questo concorso mantenga ciò che promette e davvero riesca a selezionare una leva di insegnanti appassionati e preparati, che aiutino i nostri figli ad amare lo studio e a trovare la loro strada nel mondo.

domenica 14 ottobre 2012

Bimbi e soldi

Mi riallaccio al post della 27esimaora e premetto che non mi interessa minimamente far diventare ricchi i miei figli, però mi preme che capiscano il valore del denaro e che imparino ad usarlo (possibilmente "bene").

La domanda è quindi: come ottenere questo risultato?

Quando ero piccola i miei genitori davano a me e ai miei fratelli la paghetta settimanale, che noi potevamo usare più o meno come volevamo (anche perché, data la sua entità, non ci permetteva usi particolarmente stravaganti: un gelato, qualche caramella o ghiacciolo, un pacchetto di figurine...). Se eravamo invitati ad una festa di compleanno, il regalo lo pagavano i miei, però quando io e mia sorella, più o meno a 9 e 6 anni, volemmo assolutamente acquistare la Barbie del momento, la Barbie Fior di Pesco, mia mamma ci propose la "bisciua", che, tradotto dal genovese, significa risparmiare soldi per poter poi acquistare qualcosa. Credo sia stata l'unica volta in cui l'abbiamo fatta, ma me la ricordo ancora bene.
Poi crescendo la paghetta aumentò in proporzione al cambiamento delle nostre esigenze e agli aumenti di stipendio di mio papà, ma aumentavano anche le cose che dovevamo riuscire ad acquistare con quei soldi (per esempio i regali agli amici dovemmo cominciare ad acquistarli noi, credo dalle superiori).

A posteriori credo che con me abbia funzionato questo sistema e penso che lo utilizzerò anche per i miei figli (anche perché fortunatamente mio marito è cresciuto con un sistema simile...), il problema è stabilire quali sono le spese che devono fare loro e quindi qual è la cifra giusta da dargli e quanto spesso dargliela. 

In più c'è il fatto che mio figlio ha già dei soldi suoi: in questi anni parenti vari gli hanno dato sporadicamente delle mance, che lui ha diligentemente messo nel salvadanaio e nel portafoglio, ma in pratica non li ha mai usati perché finora abbiamo sempre deciso noi quello che potevamo acquistare noi per lui.

E quindi che fare di quei soldi già accumulati? Quando gli daremo la prima paghetta, quei soldi potrà usarli o no? Come fargli capire che sono un "capitale" da mantenere per le necessità (quali?) più importanti e non un fondo da cui attingere ogni qualvolta spendesse la paghetta troppo frettolosamente?

Non so, sono tutti interrogativi che mi pongo e a cui non so dare una risposta precisa, attendendo l'inizio dell'esperimento: l'estate prossima, quando andrà al grest.

E voi cosa ne pensate?

sabato 13 ottobre 2012

Spazio-tempo

Stamane stavo stirando e pensavo a Verità, Tempo e teoria della relatività (lo so, non sono normale...).

All'università ho dato un esame sulla teoria della relatività e ho anche aiutato il mio moroso dell'epoca nella sua tesi di laurea che aveva proprio quell'argomento (diciamo che io facevo la manovale dei conti e lui il teorico... chissà perché quando c'è di mezzo la fisica, io faccio sempre il manovale!), ma non ci ho mai capito molto. Diciamo che Einstein non mi ha mai convinto del tutto.

Ma andiamo con ordine. Stavo pensando all'aforisma di ieri, quello sulla Verità, e stavo pensando che al giorno d'oggi in molti pensano che la Verità non esista, ma che esistano molte verità diverse (credo che si intenda anche questo per "relativismo"). Io non la penso così, penso invece che la Verità sia una e che noi uomini, semplicemente, non siamo in grado di conoscerla in toto e ne riusciamo a intravedere solo qualche sprazzo.

E  pensando questo, ho fatto un collegamento con le dimensioni dello spazio-tempo: rispetto alle dimensioni dello spazio, che noi uomini riusciamo a percorrere in tutte le direzioni, per il tempo siamo "obbligati" ad un senso solo, ad una velocità sola. E' un po' come se, in un mondo tridimensionale, noi vivessimo su un foglio di carta arrotolato: spostandoci sul foglio, ci sposteremmo anche nella terza dimensione, ma non potremmo andarcene in giro per lo spazio, saremmo legati al percorso del foglio.



E soprattutto non riusciremmo neanche ad immaginare cosa significhi un mondo di tre dimensioni.

Avete mai letto il libro "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" (http://it.wikipedia.org/wiki/La_moglie_dell'uomo_che_viaggiava_nel_tempo)? Lui percorreva la vita saltando da un punto all'altro, noi dobbiamo necessariamente seguire una linea retta... o che a noi sembra così, ma che non sappiamo come sia in realtà, e non sappiamo neanche cosa ci sia oltre quella retta.

Ecco, io credo che ci siano "cose" che non riusciamo a capire perché siamo limitati a 3 dimensioni (e della quarta abbiamo solo un assaggio).

...no, non mi sono ubriacata prima di scrivere questo post! :-D


venerdì 12 ottobre 2012

Aforismi

Ho sempre avuto una passione per aforismi, frasi celebri, battute fulminanti e storielle zen perché, in un modo o nell'altro, trovo che facciano riflettere.

Ieri sera sono uscita a bere una birra con uno dei miei migliori amici (in realtà la birra l'ha bevuta lui, io mi sono mangiata un fantastico panino) e ad un certo punto mi fa: "ma perché mi hai scritto quella frase di Platone nel mese di ottobre?" Momento di panico: che cavolo avevo scritto?

In pratica l'anno scorso, per Natale, gli avevo regalato un bel calendario da parete con delle immagini dei quadri di Klimt, che a me piace molto, e per ogni mese gli avevo aggiunto un aforisma "pensato": visto il periodo della sua vita, ho cercato degli aforismi che potessero - come dire? - invitarlo al cambiamento.


Devo ammettere che è stato un regalo molto apprezzato e che il mio amico mi ha detto che gli aforismi scelti sono stati finora molto appropriati, ma quello di questo mese gli è ancora un po' oscuro. Così stamane sono andata a cercare l'aforisma che avevo inserito per questo mese e ho pensato di riproporlo sul blog, nella spalla sinistra: "Pare che la verità indichi il vagabondare di Dio" di Platone.

Non so bene quale sia stato il mio ragionamento di un anno fa (invecchiando la memoria peggiora irrimediabilmente!), però ammetto che continua a piacermi questa frase. Non ho idea di quale sia il contesto in cui Platone la scrisse, non ho letto il libro da cui è stata tratta, però ha un suo fascino, non credete anche voi?

Per la mia fede, credo che Dio e la Verità siano indissolubili (d'altra parte Gesù dice che lui è la Via, la Verità e la Vita, quindi non ho inventato nulla) e mi piace pensare che seguire, o inseguire, la Verità ci permetta di arrivare a Lui. E mi piace anche che il termine "vagabondare", come se il cammino di Dio non fosse una linea retta, un percorso precostituito, logico, o almeno non con una logica a noi comprensibile, direi razionale. Mi viene facile immaginare Dio che segue un suo percorso che a noi risulta incomprensibile, come, appunto, se cercassimo di dare un senso al vagabondare di qualcuno.

Insomma, è difficile spiegare quella che è solo una sensazione che mi ha dato una frase letta per caso, però, riflettendoci, credo di averla inserita in quel calendario per dire che la verità non sempre è logica, non sempre è come ce l'aspettiamo, non sempre è comprensibile fino in fondo. E forse a volte per intravederla dobbiamo vagabondare un po' anche noi, lasciarci andare, permettere anche di rimanere un po' stupiti da quello che ci capita senza pensare di dover capire e incasellare tutto.

Chissà se con questa spiegazione l'aforisma di Platone si adatta al mese di ottobre del mio amico... ;-)

giovedì 11 ottobre 2012

Il passato NON è passato!

Voi prendetemi pure in giro sul fatto che sono stata assalita dal passato, ma guardate come si è conciato il soffitto della mia cucina! Me ne sono accorta solo ora!


Adesso mi toccherà prendere la scala per pulirlo... :-(

Il passato è passato.

Stamane mi chiedevo cosa avrei scritto nel post di oggi, visto che mi sentivo un po' senza idee... dopo quello che è successo ho deciso che non mi farò mai più di questi problemi!

Stavo finendo di preparare il pranzo per me e le bimbe, un insieme di avanzi di ieri sera: passato di verdure con i crostini, petto di pollo impanato, insalata. Avevo messo a scaldare il contenitore con il passato nel forno a microonde e mentre lo spostavo sul tavolo, parlavo con Elisabetta ("vai a sederti al tuo posto, tata") e cercavo con lo sguardo il mestolo, quando il contenitore di plastica mi è scivolato di mano... ARGH! L'ho visto cadere, ho visto il passato al suo interno rimbalzare (non pensavo potesse rimbalzare il passato!) come se avesse vita propria e sommergermi! Nonostante gli occhiali, mi si è anche infilato negli occhi! Per fortuna non scottava...

A quel punto, novella Bertolaso di fronte alla catastrofe, ho dovuto scegliere come intervenire sui molti fronti aperti:

  • lavarmi la faccia (il minestrone negli occhi non aiuta ad essere molto operativa); 
  • togliermi le scarpe; 
  • portare le bambine fuori dal luogo del disastro, per evitare peggioramenti inimmaginabili (vorrei pubblicamente ringraziare l'inventore della TV e dei cartoni animati ipnotizzanti); 
  • svestirmi completamente e rivestirmi velocemente; 
  • ripulire il pavimento; 
  • ripulire tutti i mobili della cucina; 
  • rimettermi a cucinare.

Adesso, appena le bimbe saranno a fare la nanna, potrò anche permettermi una doccia...

Che dire? Fate molta, molta attenzione al passato di verdura, può sembrare molto più innocuo di quanto sia in realtà...!
lo so, sarebbe stata più interessante la mia faccia piena di minestrone, ma sul momento non ci ho pensato a fotografarla... ;-)



mercoledì 10 ottobre 2012

Essere educatori

In questi giorni sto facendo delle riflessioni tra me e me sull'essere educatori e dato che ragiono meglio quando scrivo, ho pensato di condividerle sul blog.

Le mie riflessioni partono del mio essere genitore, catechista e, forse, futura insegnante. 

Come genitore, mi rendo conto ogni giorno delle difficoltà del mio ruolo, soprattutto oggi, quando psicologi, pedagoghi e... chiunque altro si sente in diritto-dovere di dare consigli su come educare, curare, far crescere i nostri figli. Devo ammettere che se riesco, di solito, ad accettare i consigli (salvo poi fare quel che credo sia meglio io), odio proprio quelli che la mettono in negativo, per esempio: fare un inserimento lungo rende i figli bamboccioni (27esimaora), utilizzare il biberon oltre i due anni di età provocherà l'obesità di tuo figlio (ricerca scientifica americana), se dai una sculacciata a tuo figlio crescerà violento/disadattato/insicuro/depresso/potenziale suicida (per esempio qui), e potrei continuare. Mi sembra che più che farci riflettere o aiutarci a migliorare come genitori, vogliano solo colpevolizzare e in questo modo non fanno altro che renderci più insicuri e indecisi sulla linea da tenere. 
E poi diciamocelo, dopo 1, 2, 10 anni uscirà fuori una nuova moda o una nuova ricerca che dirà esattamente l'opposto, con tanto di dati alla mano. 
Il risultato è che o si sposa una teoria e la si segue acriticamente, oppure si cerca faticosamente una propria strada in questa giungla, cercando di perdonarsi quando ci si rende conto di aver sbagliato e sperando che i nostri figli siano capaci di sopravvivere ai nostri errori. 

Come catechista mi rendo conto che il mio (piccolo) apporto non è niente se non è collegato al lavoro dei genitori. In questi giorni io e una mia "collega" abbiamo avuto dei colloqui con diversi genitori per problemi dei/coi loro figli e mi è stato ancora più chiaro come le cose possano funzionare bene quando si cerca di trovare soluzioni comuni, di venirsi incontro e si mettono al centro le necessità del bambino, mentre quando si crea un "muro contro muro" in cui ognuno accusa l'altro di non comportarsi correttamente il primo a rimetterci è proprio lui. D'altra parte è vero anche che noi catechiste vediamo proprio per poco questi bambini, non abbiamo materialmente il tempo per creare un rapporto più profondo, almeno non quando ce ne sarebbe più bisogno, e quest'anno comincio a sentirla come una limitazione. 

E questo mi fa pensare al lavoro delle insegnanti. Quest'anno mio figlio ha cominciato la scuola elementare e, su mia richiesta, non è in classe con un suo compagno dell'asilo che lo ha sempre preso di mira. Ovviamente però lo vede ancora durante l'intervallo e nei primi giorni sembrava che la situazione creata all'asilo si ripresentasse anche qui. Poi il "miracolo": mio figlio mi ha informata che il "tormentatore" è "diventato bravo"!
Con tutto il rispetto per il lavoro delle maestre dell'asilo, penso di non sbagliarmi ritenendo che tale miracolo sia merito delle maestre della scuola, che evidentemente hanno trovato il modo per relazionarsi con quel bambino e fargli capire come ci si debba comportare. E ne sono felicissima, per lui e per mio figlio, che ora ha la vita più facile, ma soprattutto che spero abbia imparato che certi problemi possono risolversi. 

Ecco, le insegnanti hanno la possibilità di conoscere molto di più i nostri figli e con loro penso sia davvero importante creare quella che adesso viene chiamata "alleanza educativa". Ma come è difficile essere una brava insegnante! Riuscire a superare le proprie simpatie (credo sia umanamente impossibile non averle) e soprattutto le proprie antipatie; riuscire ad essere autorevoli, ma non autoritarie, comprensivi, ma non pappe molli... oltre ovviamente ad essere preparati e capaci di trasmettere le nozioni, e uno stile nell'approcciare il mondo. Io ho avuto la fortuna di avere una favolosa maestra alle elementari e mi rendo conto che molte delle mie convinzioni risalgono ad allora: la fede europeista e quella ecologista, per esempio, mi rendo conto che mi sono state insegnate in quegli anni. 
E non penso che crescendo l'importanza dell'avere validi insegnanti diminuisca, anzi! Nell'adolescenza, quando i genitori cominciano a infastidire, penso sia fondamentale incontrare dei professori che riescano ad essere punti di riferimento (magari inconscio). 

Credo davvero che se genitori, insegnanti, educatori in generale riuscissero a parlarsi,a lavorare insieme, ad influenzarsi positivamente in maniera vicendevole, educare sarebbe più facile e potremmo davvero ottenere tutti dei risultati migliori. 

Catechismo: seconda scheda

Abbiamo cominciato l'incontro con una preghiera e la canzone "Vocazione" per ricordare l'argomento che stiamo affrontando:
Era un giorno come tanti altri e quel giorno lui passò
Era un uomo come tanti altri e passando mi chiamò
come lo sapesse che il mio nome era proprio quello
come mai vedesse proprio me nella sua vita non lo so
era un giorno come tanti altri e quel giorno mi chiamò.

Tu Dio che conosci il nome mio, fa che ascoltando la tua voce,io ricordi dove porta la mia strada, nella vita all’incontro con te.
Potete ascoltarlo qui .

Dopo le chiamate degli apostoli Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni, in questo incontro abbiamo letto quella di Levi.

Abbiamo sottolineato come il comportamento di Gesù sia uguale sia con Levi che con gli apostoli precedentemente chiamati: Gesù ama tutti allo stesso modo, non fa differenze.

La reazione di Levi è invece differente da quella degli altri: anche lui segue Gesù, ma decide addirittura di organizzare un banchetto in cui invita molta gente. 
Ci siamo domandati il perché e la risposta che ci siamo dati è che Levi non era apprezzato, per suo lavoro e per come lo svolgeva, e l'invito di Gesù lo ha fatto sentire amato e accolto, forse per la prima volta da molto tempo. 

Abbiamo poi commentato il comportamento dei farisei e degli scribi: essi non capiscono come Gesù possa stare insieme a disonesti, peccatori. 
Abbiamo osservato che il comportamento dei farisei non è molto diverso dal nostro: se un bambino "diverso" arrivasse nel nostro gruppo, come reagiremmo? Lo accoglieremmo con gioia e curiosità, oppure lo lasceremmo in un angolo, senza curarcene? 
Ci siamo resi conto che non sempre è facile agire come Gesù e superare i pregiudizi. 

Ci siamo quindi chiesti chi sono i "malati" per cui viene Gesù e abbiamo capito che ognuno di noi è "malato" e ha bisogno di Gesù.


Infine ci siamo chiesti cosa vuole Gesù da noi e le risposte sono state molte: che ci lasciamo amare da lui, che rispondiamo al suo amore, che ci comportiamo bene, che lo cerchiamo, che amiamo gli altri, li aiutiamo, ecc.

Penso che ognuno di noi, che sia bambino o adulto, debba chiedersi spesso e volentieri cosa Gesù voglia da noi. E poi cercare di seguire la sua "chiamata".

Abbiamo concluso l'incontro con il canto "Camminerò".


martedì 9 ottobre 2012

Cos'è l'enneagramma?

Sabato sera sono venute a cena due mie compagne del liceo con le rispettive famiglie (in tutto eravamo 6 adulti e 7 bambini!) e chiacchierando del più e del meno siamo finiti a parlare di segni zodiacali ed enneagramma. I segni zodiacali li conoscono tutti, anche quelli che non ci credono; l'enneagramma è invece ai più sconosciuto, non c'entra assolutamente nulla con l'astrologia e ha destato un po' di interesse.

A farmi conoscere l'enneagramma è stato mio zio Stefano, che l'ha studiato e ha scritto anche dei libretti al riguardo ( facciamo un po' di pubblicità: Stefano Vassallo - Che cos'è l'enneagramma ). Il primo libro che ho letto mi sembra invece questo: Scoprire l'enneagramma. Alla ricerca dei nove volti dell'anima di Richard Rohr e Andreas Ebert  ed era molto interessante.

Detto in maniera un po' grossolana, l'enneagramma sostiene che le persone si possono dividere in 9 tipi diversi, che per facilità vengono chiamati con i numeri dall'1 al 9. Ad ogni tipo è associato un difetto e un pregio principali (ovviamente tutti noi abbiamo più difetti e più pregi, ma di solito ce n'è uno in particolare che ci "identifica") e un percorso di crescita o di "de-crescita".

Pregi e difetti


Ecco i difetti principali associati ai 9 tipi:

  1. ira
  2. vanagloria
  3. superbia
  4. invidia
  5. avarizia
  6. paura
  7. gola
  8. lussuria
  9. pigrizia
Ed ecco i pregi:
  1. ordine
  2. disponibilità
  3. motivazione
  4. profondità
  5. razionalità
  6. fedeltà
  7. allegria
  8. senso di giustizia
  9. spirito di sopportazione
Ogni tipo può essere associato a una figura "esemplificatrice":
  1. giudice: giudica (prima di tutto se stesso e poi gli altri), pretende il massimo da sé e da chi ha intorno;
  2. crocerossina: ha bisogno di aiutare gli altri per sentirsi indispensabile;
  3. leader: sa sempre cos'è la cosa migliore da fare, riesce a vedere il come e il chi, ma non sbaglia mai;
  4. artista: riflessivo e intimista, a volte si chiude in se stesso e si arrovella su sé stesso;
  5. studioso: astratto e perfezionista, si concentra sui particolari, dimenticando a volte il senso generale;
  6. seguace: ha bisogno di una guida, che poi fa fatica a mettere in discussione. E' fedele e disponibile, ha spirito di gruppo;
  7. clown: spensierato e vivace, ama fare tante cose, possibilmente divertenti, ma ha difficoltà a gestire i problemi e il dolore;
  8. giustiziere: vive con degli ideali che difende contro tutto e tutti, ma rischia di dimenticare le persone e di fare terra bruciata intorno a  sé
  9. paciere: calmo e placido, perennemente in ritardo, non ama i conflitti e cerca sempre di risolverli.

I percorsi di crescita e decrescita



Ogni tipo, per combattere il suo difetto, deve cercare di sviluppare il pregio di un altro tipo. In particolare:
  • il tipo 3 dovrà cercare di sviluppare lo spirito di collaborazione del 6, che dovrà invece puntare all'indipendenza del 9, che a sua volta dovrà cercare di diventare più attivo e propositivo come il 3;
  • il tipo 8 dovrà mettersi a disposizione degli altri come il 2, che dovrà invece imparare a conoscersi e apprezzarsi indipendentemente dal giudizio degli altri, come il 4, che dovrà diventare più oggettivo, come l'1, che dovrà imparare la leggerezza del 7, che dovrà invece puntare alla serietà del 5, che dovrà invece imparare a lottare come l'8.

Un tipo che riesce a seguire questo cammino di crescita si dice "redento", mentre uno che seguisse il cammino contrario sarebbe "irredento":

  • se il 3 diventa pigro come il 9, che a sua volta diventa pauroso come il 6, che potrebbe diventare dispotico come il 3
  • se il 2 diventasse violento come l'8, che potrebbe diventare astratto come il 5, che a sua volta potrebbe nascondersi i problemi come il 7, che potrebbe diventare pignolo e critico come l'1, che potrebbe chiudersi in se stesso e diventare invidioso come il 4, che potrebbe necessitare dell'approvazione degli altri come il 2.
Ho ovviamente semplificato, ma era tanto per dare un'idea.

Ci sarebbe ancora da dire molto, ma per oggi mi fermo qui. Se volete sapere qual è il vostro tipo, esistono diversi test online, io ho trovato questo: test

E se volete sapere qualcosa d'altro, sono qui ;-)


Elettricisti per caso

Chi mi conosce sa che non disdegno i lavori pratici: che ci sia da montare un lettino o capire come funziona un server, non mi sono mai tirata indietro, salvo poi rendermi conto che il mio cervello ha un blocco riguardo certi argomenti (per esempio non ho mai imparato come funziona l'hardware di un computer, nonostante abbia avuto colleghi di buona volontà che hanno cercato di farmelo capire in più occasioni).

Un'altra cosa che continua a essermi aliena è l'elettricità e gli impianti elettrici: a parte la regola basilare di tenere lontana l'acqua, non ci ho mai capito nulla.

Ieri notte però è saltata la corrente al piano superiore di casa mia e, visto che mio marito doveva recarsi da un cliente, mi ha chiesto di testare le varie lampadine per vedere qual'era quella che creava problemi. La sua idea era che chiedessi aiuto a mio papà, ma lui mi ha liquidato dicendo che per saltare la corrente doveva esserci un corto circuito e quindi bisognava chiamare l'elettricista. Mio marito non era d'accordo, ma si è detto disposto a fare lui il lavoro la sera.

Il problema è che mio marito quando fa i lavori pratici, perde il lume della ragione: si arrabbia, comincia a bestemmiare, diventa scontroso con il mondo intero... insomma, rischiamo tutte le volte il divorzio. E poi mi dispiaceva che la sera, rientrato dal lavoro, dovesse mettersi a fare un lavoro che comunque sarebbe stato lungo. Così, mentre le bimbe dormivano, mi ci sono messa io: prendi la scala dalla cantina, portala di sopra (ma quanto cavolo pesa???), cerca di capire come aprirla e allungarla (non ci sono più le vecchie scale di una volta... per fortuna! Io rischiavo sempre di cadere! La nostra è molto più stabile), togli le plafoniere (abbiamo solo plafoniere a casa nostra, esattamente 7 al primo piano), svita le lampadine, scendi ad attivare la corrente... e regolarmente saltava il salva vita. Che palle! 

Alla fine, dopo aver testato tutte le lampadine ed aver sudato come una capra tibetana, non è cambiato nulla. Chiamo mio marito, glielo dico e la sua risposta rischia di farmi imbestialire (ma sono troppo stanca e rinuncio): "ma perché ti sei messa a fare quel lavoro? Io avrei prima fatto le prove col tester (e che è??) sul pannello". 

Comunque alla fine lui torna a casa, fa le sue prove, stabilisce che il cortocircuito è proprio al primo piano e a forza di fare prove (accendi-spegni) riesce a far saltare definitivamente il cortocircuito, che si scopre essere nella luce dello specchio del bagno. E qui avviene il miracolo! Ci mettiamo in due a sistemarlo (ok, lui faceva l'elettricista, io il manovale, ma non stiamo a sottilizzare) e, udite udite, non parte neanche un urlo, una risposta stizzita, una parolaccia... nulla! Lavoriamo fianco a fianco in perfetta armonia. 

Di elettricità continuo a non capirne nulla, ma adesso mi sta molto più simpatica ;-)

lunedì 8 ottobre 2012

Libri antichi

Anni fa ho scoperto quello che poi è diventato uno dei miei scrittori preferiti: Arturo Pérez-Reverte. Il libro che me l'ha fatto scoprire è stato "Il club Dumas" (http://it.wikipedia.org/wiki/Il_club_Dumas), un libro bellissimo, in cui l'autore riesce a rendere l'impossibile accettabile, almeno nella logica del libro. Ha sconvolto di più la mia Fede quel libro che anni di discussione con non credenti.

Il libro mi è tornato in mente leggendo un articolo sul Corriere della Sera on-line:
http://www.corriere.it/cronache/12_ottobre_08/quel-saccheggio-continuo-predatore-libri-gian-antonio-stella_081d7b72-110c-11e2-b61f-b7b290547c92.shtml

Come mai? Perché nel libro di Perez-Reverte il protagonista è un esperto di libri antichi che cerca su commissione e le descrizioni di quei volumi, di come sono rilegati, delle sensazioni che da tenerli in mano, sfogliarli, sono così precise da farteli amare senza averli mai visti.

Ammetto che ho sempre avuto la passione per i libri e non è mai stata solo una questione di amore per la lettura: mi piace fisicamente tenere un libro in mano, mi piace sfogliarlo e odio, per esempio, chi fa le orecchie sulle pagine per tenere il segno (vero Anna??? ;-p ). Quindi sapere che qualcuno abbia trafugato e rovinato dei volumi storici e preziosi per il proprio tornaconto personale mi fa imbestialire e il pensiero che, ancora una volta, la persona sbagliata si trovava nella posizione ideale per fare danni grazie ai nostri eccezionali (nel senso che dovrebbero essere delle eccezioni, e non la normalità!) politici mi riempie di disgusto.

Ho letto che ormai solo il 4% degli italiani si fida dei politici... e come darci torto se ogni giorno esce fuori l'ennesima schifezza?

domenica 7 ottobre 2012

Sport e figli

Seguo sempre il blog della 27esimaora sul sito on-line del Corriere della Sera (http://27esimaora.corriere.it/): non sono sempre d'accordo sulle tesi degli articoli, ma spesso e volentieri li trovo interessanti o curiosi.

Oggi ho letto un articolo che mi è piaciuto:  http://27esimaora.corriere.it/articolo/i-grandi-siamo-noi-dimenticarlo-costa-caro/#more-6190

Mi è piaciuto perché proprio in questi giorni ero dibattuta se insistere o meno con mio figlio per farlo andare ai corsi di nuoto e implicitamente ho trovato nell'articolo quella spinta che mi mancava.

Premetto che mia mamma non ha mai insistito per farmi fare nulla: un po' perché avendo molti figli era più comodo (ed economico) che noi non fossimo appassionati di corsi sportivi o di altro genere, un po' perché lei per prima non è mai stata sportiva, e a me è sempre andata bene così. Questo non significa che ci abbia impedito di sperimentare: io ho cominciato a studiare pianoforte, ad andare a fare ginnastica artistica, a giocare a pallavolo... e smettevo regolarmente dopo uno o due mesi! Un disastro di pigrizia. E mia mamma non ha mai insistito per farmi portare a termine l'impegno. D'altra parte alle elementari ho fatto 5 anni di piscina e di minibasket (curricolari), e questa era una buona scusa.

Mio figlio invece non andrà in piscina con la scuola e questo mi spiace molto, per cui ho pensato che potrebbe essere utile che imparasse a nuotare, visto che ama l'acqua. Il problema è che mio figlio è anche pauroso, insicuro e ansioso e l'idea di dover nuotare senza braccioli (conquista di quest'estate: prima entrava in acqua solo con il salvagente!) lo spaventa tantissimo. Sostiene che preferirebbe andare a calcio, anche se non lo vedo spesso con un pallone ai piedi.

Che fare? Ed ecco la risposta nell'articolo: a decidere dobbiamo essere noi adulti! Evviva! Calcio può aspettare l'anno prossimo, quando il nonno sarà in pensione e sarà ben felice di accompagnarlo agli allenamenti; quest'anno si fa nuoto... e dopo lo so che mi ringrazierà :-) .....

piscina di moriggia, dal sito della Prealpina

...o no? :-§

venerdì 5 ottobre 2012

Scuola mia bella...

Mio figlio ha cominciato quest'anno la prima elementare... e già questo per una mamma è una bella emozione!
Ma l'ha cominciata nella stessa scuola che ho frequentato io, troppi anni fa, dove ci sono ancora molte insegnanti che ho conosciuto allora (e insegnanti che hanno avuto poi i miei fratelli successivamente), e questo è ancora più emozionante: una specie di ritorno a casa.

Certo, una volta la scuola aveva molti più finanziamenti e io ho avuto molte più possibilità di quelle che avrà mio figlio: ho imparato a nuotare durante le ore di nuoto curricolari; c'erano due maestre per classe che garantivano ore di co-presenza e permettevano di effettuare ricerche inter-sezione o laboratori inter-classe.

C'è anche da dire che per andare in piscina allora non c'erano problemi a prendere i bus di linea, i genitori non avevano problemi a pagare di tasca loro i biglietti dei bus, mentre negli ultimi anni si pagavano bus privatamente perché altrimenti c'era il rischio di perderli (noi in 5 anni non abbiamo MAI perso un bus) e allora i genitori non si lamentavano con le insegnanti se il figlio non si asciugava bene i capelli e prendeva il raffreddore (ricordo che la mia maestra raccomandava il berretto di lana).

Insomma, la colpa di certi tagli non è SOLO della congiuntura economica, ma anche di noi genitori "moderni"...

Non tutto però è peggiorato: per esempio questo è il secondo anno in cui si avrà una collaborazione con il British Institute per il potenziamento di inglese (con un contributo sacrosanto di noi genitori).

Proprio ieri sera sono stata alla riunione del comitato genitori e ho trovato veramente molta gente con voglia di fare, di dare una mano, di collaborare. Ognuno con il suo carattere e le sue predisposizioni.
Credo che il merito sia anche della presidentessa, che ha la capacità di ricordare, quando serve, perché siamo lì.

E io come ho intenzione di aiutare? Ma ovviamente mi sono offerta di gestire il profilo facebook del comitato, avevate dubbi?

giovedì 4 ottobre 2012

cambio di giornata!

Ho letto da qualche parte che una tortura usata in molti regimi è togliere il sonno ai prigionieri: chi lo ha inventato deve essere stata una donna, anzi, una mamma che l'ha provato sulla sua pelle! 
Cominciava così il post che stavo scrivendo stamane, dopo l'ennesima notte insonne causa dentizione delle gemelle (mi chiedo: ma di denti da latte non ne bastavano 16? anche 12 per la verità...), poi per fortuna sono uscita di casa per fare la spesa e al parco giochi ho incontrato Julia, la ragazza argentina che, 10 anni dopo essere stata ospite dei miei per 6 mesi, è tornata a trovarli.

Nel 2001 infatti una delle mie sorelle è andata per 11 mesi negli States con Intercultura (www.intercultura.it) ed è stato chiesto ai miei genitori se volevano nel frattempo ospitare un ragazzo straniero: così a gennaio del 2002 è arrivata Julia, che ha subito conquistato tutta la famiglia.

Negli anni successivi i miei hanno ospitato altri stranieri: un tedesco, un'indonesiana che adesso ha vinto una borsa di studio per l'università di Udine, una cinese di Hong Kong e poi tutta una serie di persone straniere che volevano visitare l'Italia spendendo poco e conoscendo famiglie italiane (tramite il sito http://www.hospitalityclub.org/ ).

Tutti i ragazzi che sono stati ospitati per più mesi sono per noi come fratelli adottivi, perché non puoi vivere sotto lo stesso tetto, condividere per tanto tempo tante cose e non sentirti della stessa famiglia. Ma ammetto che Julia è stata quella con cui il legame è stato più intenso.

Sono anche andata a trovarla, nell'ottobre del 2002, e siamo state insieme a vedere le Cascate dell'Iguaçu, al confine con il Brasile: che meraviglia!



Non sono uno spettacolo???

Beh, meglio parlare di questo che delle notti insonni, no? ;-)


mercoledì 3 ottobre 2012

Catechismo: prima scheda

Ieri a catechismo abbiamo presentato ai bambini la chiamata dei primi apostoli:



Nella prima parte ci siamo concentrati su quanto viene raccontato dal vangelo di Marco, inserendo sotto i disegni una spiegazione di cosa stava avvenendo. Abbiamo osservato come l'incontro con Gesù trasformi un giorno qualunque in un giorno speciale, che cambia la vita delle persone. 

Abbiamo notato come gli apostoli non abbandonino per Gesù solo il loro lavoro, ma anche la loro famiglia, come fanno ogni uomo e ogni donna che lasciano la loro famiglia per sposarsi.

Ci siamo anche chiesti cosa significhi essere "pescatori di uomini" e abbiamo notato come il primo pescatore di uomini sia Gesù stesso, che con la sua Parola ci attira a sé e ci porta con sé.

In definitiva Gesù chiama gli apostoli perché diventino come lui.



Nella seconda parte abbiamo cercato di portare il discorso nel nostro quotidiano, perché Gesù ancora oggi chiama e chiama ognuno di noi. 

Infine il canto ha riproposto questo messaggio in maniera sintetica e allegra.

Penso sia interessante riprendere questo discorso a casa, con i propri figli, e può aiutare anche noi adulti rispondere alla domanda: "Qual è la mia risposta alla chiamata di Gesù?".


Catechismo

Ho intenzione di inserire una serie di post su quanto faremo a catechismo: potrebbe interessare ai genitori dei miei bambini, soprattutto a quelli che dovessero saltare degli incontri, e alle catechiste che seguiranno la quarta elementare i prossimi anni. Ovviamente ogni contributo che voleste dare potrebbe interessarmi :-)  anche perché quello che scriverò sarà solo un sunto di quanto emerso durante l'ora di catechismo del mio gruppo, senza nessuna presunzione di dire tutto quello che un brano di vangelo può ispirare o una scheda può rappresentare oppure ancora un gruppo diverso di bambini e di catechiste può tirar fuori sull'argomento.

I post sul catechismo avranno una grafia diversa in modo da essere facilmente riconoscibili.

E adesso cominciamo!

Influenze di stagione

Ormai è matematico: ieri ho avuto l'incontro di catechismo con i bambini di quarta e stamane mi sono svegliata con un potente raffreddore. Io penso non potrei mai fare la maestra elementare: passerei più giorni a casa in malattia che a scuola a lavorare.

In realtà non è che con mio figlio vada meglio: quest'anno ha cominciato la prima elementare è dopo 3 giorni era già intasato: umidificatore, aerosol, suffumigi a go-go non gli hanno impedito di perdere 2 giorni di scuola.  Il problema poi è che me l'ha subito passato! Così io ho fatto due giorni a provare qualunque metodo curativo mi venisse in mente:

  • medicina tradizionale: dallo zerinol (l'acqua fresca avrebbe fatto maggior effetto) alla tachipirina;
  • rimedi della nonna: dalla grappa calda col miele alla pasta aglio-olio-peperoncino, dalle spremute di arancia al brodo di pollo;
  • rimedi "alternativi": dall'oscillococcinum (ma chi li inventa i nomi di certi medicinali???) all'echinacea. 
Che poi secondo me in questi casi bisognerebbe solo starsene due giorni a letto, ma questa è l'unica cura che i genitori non si possono permettere (bhe, pensandoci bene anche la grappa calda col miele è meglio berla in dosi ridotte quando si è genitori: un genitore ubriaco non è il massimo...).

Comunque a quel punto ho deciso che bisognava tentare qualche cosa di preventivo, così è quindici giorni che io e mio figlio ci stiamo bevendo un integratore con l'echinacea, che pare faccia miracoli... ma allora perché, perché, perché continuo a soffiarmi il naso????

E voi cosa usate per prevenire/curare i malanni di stagione?

martedì 2 ottobre 2012

Libri

Non ho mai avuto tanti libri da leggere come in questo periodo! 

Una volta, prima di diventare mamma, andavo una volta al mese alla feltrinelli e compravo una decina di romanzi che poi leggevo la sera o in qualunque ritaglio di tempo. 

Poi ho cominciato ad avere meno tempo per leggere e ancora meno per andare a comprare libri, quindi ho cominciato a farmeli regalare (con sollievo di mio marito che adesso sa sempre cosa comprarmi per le feste comandate) e prestare da amici e parenti, col risultato che passavo lunghi periodi digiuna. 

Da un po' ho deciso di abbandonare i romanzi (anche perché ad un certo punto cominci a trovarli tutti uguali, no? Quelli da single, quelli pseudo-storici, quelli di avventura, quelli polizieschi, quelli romantici... )... solo che un romanzo lo si può leggere in una notte insonne, mentre un libro di economia è un po' più pesante! Il risultato è che attualmente sul mio comodino ho:

  • "Le beatitudini evangeliche"(perché quest'anno a catechismo affronteremo le beatitudini e mia mamma ha pensato bene che fosse il caso di farmele approfondire)
  • "Capire l'economia" e "Micro-macro economia. I concetti di base" (questi me li sono fatti consigliare da un amico economista circa un anno fa perché volevo capire qualcosa di tutto questo spread, debito pubblico, economia di mercato, ecc... li ho cominciati entrambi, li ho ri-cominciati entrambi, ma non riesco a finirli, mannaggia!)
  • "Alla scoperta del Dio vicino" (lettera pastorale di 60 pagine che non riesco a finire)
  • "Il vangelo di Maria" (regalo del parroco lo scorso Natale)

Oggi poi un'amica (grazie Elena!) mi ha portato in prestito quattro libri per prepararmi al concorsone per gli insegnanti:
  • "Psicologia dell'apprendimento e dell'istruzione" 
  • "Animare i contesti scolastici" 
  • "La didattica fra teoria e pratica" 
  • "Matematica e insegnanti della formazione primaria" 

Uhm....................

...mi sa che oggi vado a comprarmi "50 sfumature di grigio" e chi si è visto si è visto! 





E voi, quali libri avete sul comodino?

lunedì 1 ottobre 2012

Festa dei nonni

Domani, per chi non lo sapesse, è la festa dei nonni. E anche degli angeli custodi.
Ci sarà un nesso? :-)
Perchè in fondo i nonni a volte sono proprio degli angeli custodi, no?

I miei figli sono molto fortunati: hanno 4 nonni giovanili e una bisnonna (ieri 90 anni!) che riesce ancora a tenere tutti in pugno (e che ci riempie di maglioncini fatti a mano al grido: "Coprili!").
Questa bisnonna ha trasmesso a sua figlia, mia suocera, l'amore per il bello, per l'arte, e la capacità di creare arte con le sue mani: con il ricamo, con la pittura, con il disegno e con qualunque altro mezzo.

In questi giorni sto cercando in internet un disegno o una foto per darle uno spunto per fare un nuovo murale in camera di mio figlio: mi piacerebbe una cascata circondata da alberi tropicali con pappagalli che volano da un lato all'altro. Finora ho trovato questo:


mi piace molto, però è troppo scura per utilizzarla così com'è.
Nella camera che sarà delle gemelle, mia suocera ne ha fatto uno bellissimo:




Sì, mia suocera è proprio una nonna speciale... come lo sono solo i nonni! :-)