domenica 7 ottobre 2012

Sport e figli

Seguo sempre il blog della 27esimaora sul sito on-line del Corriere della Sera (http://27esimaora.corriere.it/): non sono sempre d'accordo sulle tesi degli articoli, ma spesso e volentieri li trovo interessanti o curiosi.

Oggi ho letto un articolo che mi è piaciuto:  http://27esimaora.corriere.it/articolo/i-grandi-siamo-noi-dimenticarlo-costa-caro/#more-6190

Mi è piaciuto perché proprio in questi giorni ero dibattuta se insistere o meno con mio figlio per farlo andare ai corsi di nuoto e implicitamente ho trovato nell'articolo quella spinta che mi mancava.

Premetto che mia mamma non ha mai insistito per farmi fare nulla: un po' perché avendo molti figli era più comodo (ed economico) che noi non fossimo appassionati di corsi sportivi o di altro genere, un po' perché lei per prima non è mai stata sportiva, e a me è sempre andata bene così. Questo non significa che ci abbia impedito di sperimentare: io ho cominciato a studiare pianoforte, ad andare a fare ginnastica artistica, a giocare a pallavolo... e smettevo regolarmente dopo uno o due mesi! Un disastro di pigrizia. E mia mamma non ha mai insistito per farmi portare a termine l'impegno. D'altra parte alle elementari ho fatto 5 anni di piscina e di minibasket (curricolari), e questa era una buona scusa.

Mio figlio invece non andrà in piscina con la scuola e questo mi spiace molto, per cui ho pensato che potrebbe essere utile che imparasse a nuotare, visto che ama l'acqua. Il problema è che mio figlio è anche pauroso, insicuro e ansioso e l'idea di dover nuotare senza braccioli (conquista di quest'estate: prima entrava in acqua solo con il salvagente!) lo spaventa tantissimo. Sostiene che preferirebbe andare a calcio, anche se non lo vedo spesso con un pallone ai piedi.

Che fare? Ed ecco la risposta nell'articolo: a decidere dobbiamo essere noi adulti! Evviva! Calcio può aspettare l'anno prossimo, quando il nonno sarà in pensione e sarà ben felice di accompagnarlo agli allenamenti; quest'anno si fa nuoto... e dopo lo so che mi ringrazierà :-) .....

piscina di moriggia, dal sito della Prealpina

...o no? :-§

3 commenti:

  1. Bisogn forzare i figli...si. Bisogna forzarli, essere presenti, essere invadenti, essere soffocanti fino a tutte le scuole superiori...poi pero' dobbiamo far finta di essere morti e non stressargli piu' la vita con le nostre idee fuori dallo spazio e ormai abbondantemente fuori dal tempo.
    Alan

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    Risposte
    1. In medio stat virtus, dicevano gli antichi. Non credo si possa forzare un bambino, ma lo si può cercare di convincere (mio figlio è stato il primo a dirmi che vorrebbe andare a imparare a nuotare, ritrattando però quando la paura ha avuto il sopravvento). Mi ci è voluto del bello e del buono per convincerlo a togliere le rotelle alla bici, e diversi giorni per aiutarlo a prendere fiducia nelle sue capacità: adesso ne è ben felice. Penso che un conto sia decidere che il figlio debba diventare un campione di nuoto/calcio/ginnastica/basket/ecc e stressarlo per ottenere risultati, un altro spingerlo a sperimentare, a mettersi alla prova e a raggiungere alcune competenze che poi possono farlo vivere meglio. Poi chiaramente se vivesse con terrore ogni lezione di nuoto sarebbe un altro discorso.
      Anche per quanto riguarda lo sparire, credo non sia necessario. Penso sia più utile imparare a lasciare loro sempre più spazio, sapendo comunque che noi siamo lì all'occorrenza. Ma di questo parlerò tra una decina di anni (anche perché il solo pensiero dell'adolescenza mi terrorizza!).

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    2. che poi, adesso che ci penso, si dice "in mediO stat virtus" o "in mediA stat virtus"? 6 anni di latino buttati via...

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