Che vita!
E questo non vale solo per i difetti caratteriali, ma anche per quelli fisici: chiamare o non chiamare il pediatra se la bimba ha 39,7° di febbre? Se non riesce a dormire per la tosse? Se mi sembra che cammini male? E se la risposta della pediatra non ci soddisfa? Cercare uno specialista o no?
In primavera ad un certo punto abbiamo cominciato a notare che un occhietto di Elisabetta non manteneva il parallelismo con l'altro: ogni tanto "virava" verso il naso. All'inizio era così poco e così raramente che pensavamo di esserci sbagliati, poi il difetto si è accentuato. Mia mamma come al solito tendeva a sdrammatizzare (dopo 5 figli credo sia una forma di autoconservazione), io, dopo aver tergiversato qualche giorno, mi sono affidata ad internet e ho scoperto che all'età della bambina lo strabismo di solito era collegato ad un difetto visivo ed andava trattato il prima possibile ("Ecco, avrei dovuto chiamare subito la pediatra!" diceva il mio senso di colpa galoppante...). Dopo diverse telefonate ad oculisti pediatrici e ad ospedali siamo riusciti a prendere gli appuntamenti necessari e adesso Elisabetta porta tranquillamente i suoi occhiali, ogni tre mesi fa il suo controllo ortottico e ogni sei quello oculistico. Il problema non è ancora completamente risolto, ma glielo stanno trattando ed è seguita bene, quindi (per il momento) mi sento tranquilla.
Ma questo non toglie tutti gli altri 4000 motivi per stare in ansia.
Ora per esempio siamo preoccupati per il ritardo linguistico delle gemelle (in particolare Eleonora): oggi compiono due anni e ancora non dicono niente. Beh, Elisabetta forse arriva a 10 parole: mamma, papà, Lola, più, acqua, no, nonno, babau, ciao, king (il cane dei miei suoceri), Peppa (Pig, il suo cartone animato preferito). Peccato che a quest'età dovrebbero dirne almeno 50 e cominciare con le piccole frasi.
Insomma, è chiaro che un ritardo c'è, e già quest'estate ne abbiamo parlato con la pediatra, la quale ci ha detto che bisogna aspettare dopo i tre anni, quando cominceranno la scuola materna e frequenteranno bambini della loro età: se neanche allora dovessero cominciare a parlare, bisognerà andare a fare degli approfondimenti dagli specialisti.
E quindi, tutte le volte che mi soffermo col pensiero su questo fatto, si scontrano le mie diverse anime:
- Pollyanna: ci sono un sacco di bambini che parlano tardi, anche una delle mie sorelle non diceva nulla fino all'asilo e adesso parla a mitraglietta (in famiglia si dice che sta recuperando ancora il tempo perduto...). Diamo loro il tempo di cui hanno bisogno senza angosciarci.
- Colpevolista: è chiaro, Andrea è stato cresciuto da mia suocera e a due anni usava anche i congiuntivi, lei sì che è brava con i bambini, gioca con loro, gli da attenzione, si inventa sempre cose nuove da fargli fare, mica come me che non mi preoccupo se crescono teledipendenti!
- analista: devo controllare i suoni che fanno (per capire a che livello sono) e se e quanto capiscono (se hanno altri ritardi).
- realista: bisogna fidarsi della pediatra: inutile angosciarsi ora! Tra un anno valuteremo a che punto sono ed eventualmente contatteremo uno specialista.
Insomma, ieri ho passato metà del pomeriggio a cercare e leggere articoli sui ritardi linguistici (per esempio ho trovato questo molto interessante) e alla fine ho deciso di spegnere la tv durante il giorno (cosa comunque molto saggia) e leggere loro più libri (che ho regalato loro per il compleanno). E vediamo se ci saranno dei miglioramenti.
Così poi potremo andare in ansia per qualcosa di diverso! :-D
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