mercoledì 24 ottobre 2012

Catechismo: quarta scheda

Abbiamo cominciato l'incontro con un canto tratto dal celebre Cantico delle creature di San Francesco:

Laudato sii, o mi' Signore (4 volte)  
E per tutte le tue creature, per il sole e per la luna, per le stelle e per il vento e per l'acqua e per il fuoco.  
Per sorella madre terra che ci alimenta e ci sostiene,per i frutti, i fiori e l'erba per i monti e per il mare. 
Perché il senso della vita è cantare e lodarti, e perché la nostra vita sia sempre una canzone. 

Per ascoltarla, qui

Poi abbiamo cercato di riprendere il discorso interrotto la volta scorsa sui gesti da Figli di Dio. Abbiamo quindi riletto il catechismo, ricordandoci che essere Figli di Dio significa amare Dio e amare i fratelli. I gesti da Figli di Dio sono quindi solo degli esempi di amore verso Dio e verso i fratelli.

Abbiamo sottolineato come il peccato non è altro che venire meno ai comandamenti dell'Amore. 


Dio però ci ama sempre, anche quando noi non dimostriamo il nostro amore per Lui e per chi ci ha messo accanto.

lunedì 22 ottobre 2012

Chiudere col passato.

No, non voglio parlare ancora del passato che mi assale ;-) ma del passato come tempo.

Voi siete capaci di chiudere col passato?  Voltare pagina e andare avanti?

Io no. Mai stata capace. Credo che il top per me sarebbe poter avere la contemporaneità del tempo: potermi spostare a mio piacimento da un punto all'altro della mia vita, a seconda dello sghiribizzo del momento.

domenica 21 ottobre 2012

Estero

Stamane ho incontrato una famiglia che si è trasferita a Londra quest'anno e che è rientrata in Italia questa settimana per le vacanze scolastiche dei figli. La mamma era assolutamente contenta del trasferimento, i bambini non sembravano provati dall'esperienza che stanno facendo e... non so, mi è scattato qualcosa dentro. 

Io sono sempre stata fortemente contraria a queste cose, non in generale, ma per me personalmente. No, in realtà per i bambini anche in generale. Penso che le radici siano importanti e trapiantare qualcuno da un'altra parte sia sempre traumatico, anche quando è necessario (penso alle adozioni internazionali, o alle migrazioni dai paesi del terzo mondo). 

Ho visto mia sorella, che ha fatto solo un anno negli States a 17 anni: quando è rientrata era un ibrido, ragionava metà da italiana e metà da americana, ha fatto molta fatica a ri-ambientarsi qui e secondo me non è un caso se le sue storie d'amore importanti sono state quasi tutte con stranieri: anche lei, come loro, non era (più) italiana al 100%. Secondo me è una specie di estraniamento...incurabile!


sabato 20 ottobre 2012

Consiglio di classe

Ieri sono andata al consiglio di classe nella scuola di mio figlio: la maestra Patrizia presiedeva l'assemblea e ci ha spiegato come va in generale, informandoci che a metà novembre ci saranno i colloqui individuali.
Quello che mi ha colpito è stato il suo atteggiamento: mi è sembrato di avere uno sdoppiamento di personalità! :-D

Mi sembrava di rivedermi in uno specchio mentre parlo con i genitori dei miei bambini di catechismo: sorridente, affettuosa, piena di complimenti per i bambini e i genitori (captatio benevolentiae?): bambini splendidi, simpatici, intelligenti, chiaramente seguiti molto a casa (e così ci ha conquistate tutte! ahahahah!). E poi i problemi, presentati in forma divertente e anche un po' sminuiti: devono imparare ad allungare il tempo di attenzione (ma sono già migliorati dall'inizio dell'anno!), non devono farsi problemi per delle cavolate (non trovo più la gommaaaaaa!), non devono disturbare, canticchiare, chiacchierare... ma impareranno.

Poi arriva la maestra di matematica ed è tutta un'altra musica: è impossibile fare lezione in questa classe! Parlano, disturbano, se ne inventano continuamente una, non sanno colorare (in primis mio figlio!!), non bastano minacce, sgridate, interventi diretti. Molto meglio l'altra prima, forse perché sono di meno (ma poi scopriremo che sono 24 contro i nostri 25: sai che differenza!). A quel punto la maestra Patrizia non può rischiare di farci pensare che la maestra Gabriella sia una matta che non sa gestire i nostri angioletti e interviene informandoci che sì, effettivamente la gestione dell'ordine è un po' difficile (ma solo perchè arrivano dall'asilo, poveri tati!) e ne succede sempre una: taglio di capelli con le forbici, taglio di abiti, sempre con le forbici, gioco di carte a lezione (con conseguente ritiro delle stesse), colle che incollano di tutto tranne la carta sul quaderno, incapacità di stare seduti...

Per un attimo davanti ai nostri occhi si materializza una specie di girone dantesco pieno di bambinetti urlanti che scorrazzano di qui e di là con in mano forbici, colla e qualunque altra arma impropria e la povera maestra imbavagliata e... incollata ad una sedia!

venerdì 19 ottobre 2012

Solidarietà

Ripensavo al post Bimbi e soldi e riflettevo sul fatto che, oltre al discorso del risparmio e della spesa oculata, c'è un altro aspetto che vorrei passare ai miei figli, cioè quello della solidarietà. 

I miei genitori mi hanno dato sempre un buon esempio su questo punto: ricordo quando cambiarono la cucina, ormai credo siano passati almeno 15 anni, e decisero di dare in offerta una percentuale importante di quella spesa. Allo stesso modo, quando hanno cominciato a  regalarci la busta per Natale e compleanno, ci hanno anche chiesto se volevamo regalare parte di quei soldi a chi ne aveva più bisogno (in particolare, avevamo deciso di aiutare l'associazione CAF di Milano).

Crescendo ho cercato di mantenere questo spirito (quando ho cominciato a lavorare, per un paio d'anni ho dato un contributo mensile ad Emergency), poi le spese sono cresciute (la macchina nuova, poi la convivenza e la costruzione della casa) e la solidarietà è diventata più spicciola e occasionale. 

Ogni volta che ci penso mi sento sempre in difetto per questo. 

giovedì 18 ottobre 2012

Taglio di capelli

Vado dal parrucchiere solo una volta l'anno, quindi quando vado devo trovare una pettinatura pratica, veloce e che, quando il capello si allunga, non diventi ridicola. Il risultato è che finisco per fare più o meno sempre lo stesso taglio: caschetto corto, con o senza frangia scalata.

Il mio problema è che... ho un sacco di problemi! Non sono assolutamente capace di immaginarmi con un taglio diverso da quello che ho nel momento in cui mi guardo allo specchio, non sono mai stata capace di asciugarmi i capelli acconciandomeli (ho sempre guardato ammirata le mie sorelle, vere artiste nell'utilizzare phon e spazzola in contemporanea!), faccio fatica a pensare di spendere i soldi del parrucchiere più di una volta l'anno.

Il risultato è che sono perennemente alla ricerca di un parrucchiere eccezionale a cui affidarmi completamente, della serie: faccia di me quello che vuole.

Dato che finora i risultati sono stati il caschetto corto con o senza frangia ho cominciato ad interessarmi dei software (gratuiti ovviamente!) che permettono di sperimentare su una tua foto diverse acconciature.

mercoledì 17 ottobre 2012

Inviti insperati

Sono catechista da una vita, ma non l'ho mai fatto continuativamente e ho sempre cambiato il gruppo che seguivo.

Ho cominciato che ero ancora alle medie aiutando mia mamma con la classe di mia sorella: più che la catechista facevo un po' di servizio d'ordine.

Poi, mentre ero alle superiori, ho cominciato a seguire un gruppetto di pre-adolescenti (post-cresima) facendo la catechista. Allo stesso gruppo ho fatto catechismo quando ero all'università e loro erano ormai adolescenti.

In seguito, quando ormai lavoravo, ho seguito per un anno il gruppo di mio fratello, adolescente.

Allora c'era ancora il vecchio parroco, che lasciava libertà assoluta alle catechiste, e credo di non aver mai incontrato un solo genitore dei ragazzi che seguivo.

Ho dei ricordi bellissimi, anche perché da sempre sono affascinata dall'età adolescenziale: è l'età in cui i ragazzi cercano di scoprire se stessi e il mondo; in cui li puoi affascinare con un gioco "pissicologico"; in cui cominciano a farsi domande importanti su diritti e doveri, sulla Vita e la Morte. E poi il catechismo non è più "obbligatorio", chi ci va, bene o male, ha già fatto delle scelte oppure le farà anche grazie a quello che tu riesci a trasmettergli. I gruppi sono più piccoli, conta di più l'amicizia tra i singoli membri, i ragionamenti si fanno più complessi, gli esempi più arditi, il rapporto più paritario.

Alcuni ragazzini che seguivo a catechismo sono, da adulti, miei amici e questo è molto bello.

Da quasi 3 anni invece seguo i bambini, perché nell'attuale contesto parrocchiale gli adolescenti vengono seguiti dai giovani e si preferisce che gli adulti si dedichino ai bambini, per tutta una serie di motivi che, giusti o sbagliati che siano, non sono sindacabili (come spesso succede nella Chiesa).

martedì 16 ottobre 2012

Catechismo: terza scheda

Con questo incontro cominciamo il cammino verso la Riconciliazione.

Abbiamo cominciato la preghiera con la canzone "Padre nostro ascoltaci", ispirata al "Padre Nostro":


Padre nostro ascoltaci: con il cuore ti preghiamo,
resta sempre accanto a noi: confidiamo in te.
La tua mano stendi sopra tutti i figli tuoi:
il tuo regno venga in mezzo a noi (2v)

Per il pane di ogni dì, per chi vive e per chi muore,
per chi piange in mezzo a noi, noi preghiamo te.
Per chi ha il cuore vuoto per chi ormai non spera più:
per chi amore non ha visto mai (2v)

Se nel nome di Gesù con amore perdoniamo,
anche tu che sei l'Amore ci perdonerai.
La tristezza dentro al cuore non ritornerà:
nel tuo amore gioia ognuno avrà (2v)
La scheda di oggi era piuttosto lunga e complessa:


Cibo

Io credo non ci sia nulla che interessa di più noi italiani del cibo.

Ricordo mia nonna che, ogni qualvolta andavamo fuori a mangiare per qualche motivo (un pranzo di nozze, una cena di lavoro), voleva l'elenco delle portate e la loro descrizione; uno degli argomenti di discussione davanti la macchinetta del caffè in ufficio è sempre stato il nuovo piatto sperimentato o assaggiato nel week end; durante le cene a casa nostra mio marito si diletta a spiegare la preparazione della pietanza particolarmente riuscita e uno dei suoi  "spetteguless" preferiti è raccontare come cucini male sua cugina. Il moroso di mia sorella, che è inglese, si stupisce sempre di come i suoi colleghi italiani, alla vigilia di ogni sua vacanza alla scoperta della nostra bella penisola, non manchino mai di consigliargli una trattoria, un ristorante, un piatto che non può mancare di provare dove sta per recarsi. 

lunedì 15 ottobre 2012

Concorso per i docenti

E' da qualche settimana che mi sto preparando per il concorso per i docenti indetto dal ministro Profumo: mi sono fatta prestare dei libri sulla metodologia dell'insegnamento e sulla psicologia dell'apprendimento e sto facendo delle esercitazioni on-line sulla falsa riga della prima prova, quella preselettiva.

Non credo di avere molte chance di vincere il concorso: la mia laurea in matematica risale a 11 anni fa e nel frattempo ho lavorato in un'azienda informatica, dimenticandomi praticamente tutto quanto ho studiato. Anche i pochi mesi di supplenze che ho tenuto sono del periodo della tesi e, oltre al bel rapporto che ho avuto con gli studenti (alcuni sono miei amici su facebook!), non ricordo molto. Però, come si dice, tentar non nuoce.

Quello che mi stupisce sono le critiche, anche aspre, nei confronti di questo concorso. Sarò una profana, ma mi sembra che sia stato ben pensato: c'è una prova preselettiva di logica, comprensione del testo e lingua straniera; uno scritto a domande aperte sulle materie per cui ci si candida; una prova pratica in cui si simula una lezione e un colloquio sulla lezione fatta e in cui si testa la lingua straniera. Per accedere ad una prova è necessario aver passato quella precedente.

A parte chi non vuole in toto il concorso, le critiche peggiori sono sulla prima prova. Premetto che non ho mai fatto un esame del genere (matematica non è di certo una facoltà a numero chiuso!), ma dalle esercitazioni che ho fatto finora mi sembra evidente quale sia l'intento: bocciare chi proprio non ci arriva!
E' chiaro che le domande riguardanti la comprensione del testo o i sinonimi e i contrari saranno più facili per chi ha una laurea umanistica, mentre le domande di logica lo saranno per chi ha una laurea scientifica e quelle in lingua straniera per chi ha una laurea in quello, ma davvero vorremmo come insegnanti per i nostri figli persone che non sanno comprendere un testo (anche se insegnano matematica), che non conoscono l'informatica  o l'inglese (al giorno d'oggi! E lo dico io che l'inglese non lo imparerò mai... sigh!), che non hanno un minimo di logica?

Non capisco neanche molto chi rifiuta il concorso in toto: io credo che sia sacrosanto il voler testare gli insegnanti e spero anche che trovino un modo appropriato per valutarli: è chiaro che ogni metodo di valutazione ha i suoi pro e i suoi contro, ma è altrettanto vero che incentivare gli insegnanti a fare di più, e premiare quelli migliori è l'unico modo per cercare di avere una scuola al top. E' ingiusto pagare alla stessa maniera chi legge il giornale in classe e chi invece passa i pomeriggi a inventarsi metodi diversi e nuovi per interessare i bambini o i ragazzi in aula, e non ci si può basare solo sulla buona volontà dei singoli (che grazie a Dio però ci sono sempre stati e continuano ad esserci).

Io spero che questo concorso mantenga ciò che promette e davvero riesca a selezionare una leva di insegnanti appassionati e preparati, che aiutino i nostri figli ad amare lo studio e a trovare la loro strada nel mondo.

domenica 14 ottobre 2012

Bimbi e soldi

Mi riallaccio al post della 27esimaora e premetto che non mi interessa minimamente far diventare ricchi i miei figli, però mi preme che capiscano il valore del denaro e che imparino ad usarlo (possibilmente "bene").

La domanda è quindi: come ottenere questo risultato?

Quando ero piccola i miei genitori davano a me e ai miei fratelli la paghetta settimanale, che noi potevamo usare più o meno come volevamo (anche perché, data la sua entità, non ci permetteva usi particolarmente stravaganti: un gelato, qualche caramella o ghiacciolo, un pacchetto di figurine...). Se eravamo invitati ad una festa di compleanno, il regalo lo pagavano i miei, però quando io e mia sorella, più o meno a 9 e 6 anni, volemmo assolutamente acquistare la Barbie del momento, la Barbie Fior di Pesco, mia mamma ci propose la "bisciua", che, tradotto dal genovese, significa risparmiare soldi per poter poi acquistare qualcosa. Credo sia stata l'unica volta in cui l'abbiamo fatta, ma me la ricordo ancora bene.
Poi crescendo la paghetta aumentò in proporzione al cambiamento delle nostre esigenze e agli aumenti di stipendio di mio papà, ma aumentavano anche le cose che dovevamo riuscire ad acquistare con quei soldi (per esempio i regali agli amici dovemmo cominciare ad acquistarli noi, credo dalle superiori).

A posteriori credo che con me abbia funzionato questo sistema e penso che lo utilizzerò anche per i miei figli (anche perché fortunatamente mio marito è cresciuto con un sistema simile...), il problema è stabilire quali sono le spese che devono fare loro e quindi qual è la cifra giusta da dargli e quanto spesso dargliela. 

In più c'è il fatto che mio figlio ha già dei soldi suoi: in questi anni parenti vari gli hanno dato sporadicamente delle mance, che lui ha diligentemente messo nel salvadanaio e nel portafoglio, ma in pratica non li ha mai usati perché finora abbiamo sempre deciso noi quello che potevamo acquistare noi per lui.

E quindi che fare di quei soldi già accumulati? Quando gli daremo la prima paghetta, quei soldi potrà usarli o no? Come fargli capire che sono un "capitale" da mantenere per le necessità (quali?) più importanti e non un fondo da cui attingere ogni qualvolta spendesse la paghetta troppo frettolosamente?

Non so, sono tutti interrogativi che mi pongo e a cui non so dare una risposta precisa, attendendo l'inizio dell'esperimento: l'estate prossima, quando andrà al grest.

E voi cosa ne pensate?

sabato 13 ottobre 2012

Spazio-tempo

Stamane stavo stirando e pensavo a Verità, Tempo e teoria della relatività (lo so, non sono normale...).

All'università ho dato un esame sulla teoria della relatività e ho anche aiutato il mio moroso dell'epoca nella sua tesi di laurea che aveva proprio quell'argomento (diciamo che io facevo la manovale dei conti e lui il teorico... chissà perché quando c'è di mezzo la fisica, io faccio sempre il manovale!), ma non ci ho mai capito molto. Diciamo che Einstein non mi ha mai convinto del tutto.

Ma andiamo con ordine. Stavo pensando all'aforisma di ieri, quello sulla Verità, e stavo pensando che al giorno d'oggi in molti pensano che la Verità non esista, ma che esistano molte verità diverse (credo che si intenda anche questo per "relativismo"). Io non la penso così, penso invece che la Verità sia una e che noi uomini, semplicemente, non siamo in grado di conoscerla in toto e ne riusciamo a intravedere solo qualche sprazzo.

E  pensando questo, ho fatto un collegamento con le dimensioni dello spazio-tempo: rispetto alle dimensioni dello spazio, che noi uomini riusciamo a percorrere in tutte le direzioni, per il tempo siamo "obbligati" ad un senso solo, ad una velocità sola. E' un po' come se, in un mondo tridimensionale, noi vivessimo su un foglio di carta arrotolato: spostandoci sul foglio, ci sposteremmo anche nella terza dimensione, ma non potremmo andarcene in giro per lo spazio, saremmo legati al percorso del foglio.



E soprattutto non riusciremmo neanche ad immaginare cosa significhi un mondo di tre dimensioni.

Avete mai letto il libro "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" (http://it.wikipedia.org/wiki/La_moglie_dell'uomo_che_viaggiava_nel_tempo)? Lui percorreva la vita saltando da un punto all'altro, noi dobbiamo necessariamente seguire una linea retta... o che a noi sembra così, ma che non sappiamo come sia in realtà, e non sappiamo neanche cosa ci sia oltre quella retta.

Ecco, io credo che ci siano "cose" che non riusciamo a capire perché siamo limitati a 3 dimensioni (e della quarta abbiamo solo un assaggio).

...no, non mi sono ubriacata prima di scrivere questo post! :-D


venerdì 12 ottobre 2012

Aforismi

Ho sempre avuto una passione per aforismi, frasi celebri, battute fulminanti e storielle zen perché, in un modo o nell'altro, trovo che facciano riflettere.

Ieri sera sono uscita a bere una birra con uno dei miei migliori amici (in realtà la birra l'ha bevuta lui, io mi sono mangiata un fantastico panino) e ad un certo punto mi fa: "ma perché mi hai scritto quella frase di Platone nel mese di ottobre?" Momento di panico: che cavolo avevo scritto?

In pratica l'anno scorso, per Natale, gli avevo regalato un bel calendario da parete con delle immagini dei quadri di Klimt, che a me piace molto, e per ogni mese gli avevo aggiunto un aforisma "pensato": visto il periodo della sua vita, ho cercato degli aforismi che potessero - come dire? - invitarlo al cambiamento.


Devo ammettere che è stato un regalo molto apprezzato e che il mio amico mi ha detto che gli aforismi scelti sono stati finora molto appropriati, ma quello di questo mese gli è ancora un po' oscuro. Così stamane sono andata a cercare l'aforisma che avevo inserito per questo mese e ho pensato di riproporlo sul blog, nella spalla sinistra: "Pare che la verità indichi il vagabondare di Dio" di Platone.

Non so bene quale sia stato il mio ragionamento di un anno fa (invecchiando la memoria peggiora irrimediabilmente!), però ammetto che continua a piacermi questa frase. Non ho idea di quale sia il contesto in cui Platone la scrisse, non ho letto il libro da cui è stata tratta, però ha un suo fascino, non credete anche voi?

Per la mia fede, credo che Dio e la Verità siano indissolubili (d'altra parte Gesù dice che lui è la Via, la Verità e la Vita, quindi non ho inventato nulla) e mi piace pensare che seguire, o inseguire, la Verità ci permetta di arrivare a Lui. E mi piace anche che il termine "vagabondare", come se il cammino di Dio non fosse una linea retta, un percorso precostituito, logico, o almeno non con una logica a noi comprensibile, direi razionale. Mi viene facile immaginare Dio che segue un suo percorso che a noi risulta incomprensibile, come, appunto, se cercassimo di dare un senso al vagabondare di qualcuno.

Insomma, è difficile spiegare quella che è solo una sensazione che mi ha dato una frase letta per caso, però, riflettendoci, credo di averla inserita in quel calendario per dire che la verità non sempre è logica, non sempre è come ce l'aspettiamo, non sempre è comprensibile fino in fondo. E forse a volte per intravederla dobbiamo vagabondare un po' anche noi, lasciarci andare, permettere anche di rimanere un po' stupiti da quello che ci capita senza pensare di dover capire e incasellare tutto.

Chissà se con questa spiegazione l'aforisma di Platone si adatta al mese di ottobre del mio amico... ;-)

giovedì 11 ottobre 2012

Il passato NON è passato!

Voi prendetemi pure in giro sul fatto che sono stata assalita dal passato, ma guardate come si è conciato il soffitto della mia cucina! Me ne sono accorta solo ora!


Adesso mi toccherà prendere la scala per pulirlo... :-(