giovedì 30 maggio 2013

"Io prima di te" di Jojo Moyes

Louisa Clark e Will Traynor sono cresciuti nella stessa cittadina inglese, ai lati apposti del castello che la sovrasta, ma non si sarebbero mai incontrati se non  il destino non fosse stato così beffardo. Lou infatti era una ragazza tranquilla e un po' particolare (almeno per gli abiti che indossava) che amava il suo mestiere di cameriera che svolgeva da anni, la sua famiglia incasinata (nonno reduce da ictus, padre sempre a un passo dal licenziamento, mamma casalinga sprint, sorella super-intelligente ma che aveva abbandonato i brillanti studi a causa di una gravidanza inaspettata da cui era nato il piccolo Thomas) e il ragazzo con cui stava da secoli. Will era un brillante avvocato, indipendente, dinamico e audace, amante della vita, che non riusciva mai a stare fermo.
Ma un incidente stradale lo trasforma in un tetraplegico C5/6: perde l'uso delle gambe e delle braccia, riesce a muovere solo un po' le dita di una mano e il viso.
E il proprietario del bar torna in Australia, lasciandola a casa, in piena crisi.
Nel momento in cui la madre di Will mette l'annuncio per trovare una persona disponibile a far compagnia al figlio, 2 anni dopo l'incidente, Lou si trova all'ufficio collocamento, dopo diversi colloqui e prove andate male. Incredibilmente ottiene quel lavoro, per cui non si ritiene per nulla portata, ma che pagano così bene, e così comincia questo rapporto che cambierà profondamente i due protagonisti.

Cosa mi è piaciuto

Lo stile dell'autrice, che non conoscevo, è vivace e piacevole.
La maggioranza dei capitoli è scritta dal punto di vista di Lou, ma alcuni da quello di altri personaggi (sua sorella, la mamma di Will, l'infermiere che lo segue) e questo cambio è interessante.
I riferimenti ai diversi modi di "vivere" la disabilità e alle tante difficoltà che bisogna superare, sia fisiche che psicologiche.
I tentativi di dare un senso al dolore e al desiderio di terminarlo con l'eutanasia.

Cosa non mi è piaciuto

CHI VUOLE LEGGERE QUESTO LIBRO E' MEGLIO NON LEGGA QUANTO SEGUE


A metà libro si sapeva già come sarebbe andata a finire e quello che mi fa arrabbiare è che quando c'è di mezzo un personaggio scomodo, una persona che richiederà lavoro, fatica, dolore anche post-finale, allora sai già che morirà. Certo, prima di farlo renderà migliore la vita di chi lo ha incontrato e lascerà un ricordo indelebile in chi lo ha conosciuto, e lui stesso sarà diventato migliore... ma non ce n'è, poi deve levarsi dalle scatole e lasciare spazio agli altri, possibilmente morendo in modo da mettere davvero il punto fine alla storia. E a me questa cosa, l'intuirlo già dopo metà romanzo, mi da un nervoso... un nervoso tale che non sono neanche andata a vedere il finale prima (cosa che faccio quasi sempre) per evitare di scoprire che avevo ragione!

Concludendo

L'ho letto d'un fiato, ho pianto alla fine e anche un po' prima, ma soprattutto mi ha fatto riflettere, mi sta facendo riflettere: ha senso l'eutanasia, soprattutto l'eutanasia di una persona giovane, per quanto provata dalla vita e con un futuro incerto? Quando ho letto le parole che l'autrice mette in bocca a Will dopo che Lou gli rivela il suo amore, quel "non è abbastanza" mi sono arrabbiata anche più di quanto si arrabbia lei.
Il mio cervello si è letteralmente riempito di domande senza essere in grado di trovare delle risposte: una persona può decidere che la sua vita non val la pena di essere vissuta perchè non può avere ciò che ritiene indispensabile a vivere? Beh, sì, ovviamente ognuno può in qualunque momento decidere che la propria vita non val la pena di essere vissuta. Ma le persone che lo amano è giusto che gli facilitino tale compito? Che accettino questa volontà senza tentare con tutti i mezzi di impedirgli di farla finita? Certo, in questo caso Will è una persona che ha perso quasi tutto in un attimo, che sa che il suo futuro, da un punto di vista fisico, sarà sempre più difficile nonostante l'amore di chi gli sta a fianco e i soldi che non gli mancano. Ma il lato fisico è così determinante? Certo, le limitazioni sono importanti, le umiliazioni continue, e nel libro sono riportati molti episodi che rendono l'idea di cosa significhi essere disabile grave. Però la mente è lucida, l'eloquio brillante, talmente tanto da fare innamorare una ragazza di sé, nonostante tutto il resto. L'impressione è che più ancora del presente, con tutte le sue innegabili difficoltà, sia l'idea di futuro a spaventare e a impedire al protagonista di godere delle gioie che potrebbe ancora avere. E non si capisce neanche quanto questa idea sia egoistica (non voglio essere qui quando starò peggio, quando anche tu non ne potrai più di me, quando mi renderò conto che la pietà per me avrà superato o ucciso l'amore che ora professi) o altruistica (non voglio pesare sul tuo futuro: hai appena cominciato a capire di poter volare, lasciare il nido, e con me non potresti mai librarti nel cielo, saresti ancorata a me). 

La risposta a tutti questi interrogativi non ce l'ho, ma credo che un libro che riesce a farteli avere sia un libro che vale la pena leggere.

Voti
Intreccio: 6 1/2
Descrizioni: 7
Personaggi: 9
Narrazione: 8
Complessivo: 8

Intervista all'autore

Ce ne sono a bizzeffe su youtube, ma tutte in inglese.... :-§
Eccone una a caso:
Parte I

Parte II

Informazioni spicciole

Titolo: Io prima di te
Autore: Jojo Moyes
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 14,90€
Prima edizione: 2012
Lingua originale: inglese
Traduttore: M. C. Dallavalle

Curiosità

Nel libro si parla della Dignitas svizzera, dove Will va a morire: esiste davvero e con le stesse finalità:


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