giovedì 11 ottobre 2012

Il passato è passato.

Stamane mi chiedevo cosa avrei scritto nel post di oggi, visto che mi sentivo un po' senza idee... dopo quello che è successo ho deciso che non mi farò mai più di questi problemi!

Stavo finendo di preparare il pranzo per me e le bimbe, un insieme di avanzi di ieri sera: passato di verdure con i crostini, petto di pollo impanato, insalata. Avevo messo a scaldare il contenitore con il passato nel forno a microonde e mentre lo spostavo sul tavolo, parlavo con Elisabetta ("vai a sederti al tuo posto, tata") e cercavo con lo sguardo il mestolo, quando il contenitore di plastica mi è scivolato di mano... ARGH! L'ho visto cadere, ho visto il passato al suo interno rimbalzare (non pensavo potesse rimbalzare il passato!) come se avesse vita propria e sommergermi! Nonostante gli occhiali, mi si è anche infilato negli occhi! Per fortuna non scottava...

A quel punto, novella Bertolaso di fronte alla catastrofe, ho dovuto scegliere come intervenire sui molti fronti aperti:

  • lavarmi la faccia (il minestrone negli occhi non aiuta ad essere molto operativa); 
  • togliermi le scarpe; 
  • portare le bambine fuori dal luogo del disastro, per evitare peggioramenti inimmaginabili (vorrei pubblicamente ringraziare l'inventore della TV e dei cartoni animati ipnotizzanti); 
  • svestirmi completamente e rivestirmi velocemente; 
  • ripulire il pavimento; 
  • ripulire tutti i mobili della cucina; 
  • rimettermi a cucinare.

Adesso, appena le bimbe saranno a fare la nanna, potrò anche permettermi una doccia...

Che dire? Fate molta, molta attenzione al passato di verdura, può sembrare molto più innocuo di quanto sia in realtà...!
lo so, sarebbe stata più interessante la mia faccia piena di minestrone, ma sul momento non ci ho pensato a fotografarla... ;-)



mercoledì 10 ottobre 2012

Essere educatori

In questi giorni sto facendo delle riflessioni tra me e me sull'essere educatori e dato che ragiono meglio quando scrivo, ho pensato di condividerle sul blog.

Le mie riflessioni partono del mio essere genitore, catechista e, forse, futura insegnante. 

Come genitore, mi rendo conto ogni giorno delle difficoltà del mio ruolo, soprattutto oggi, quando psicologi, pedagoghi e... chiunque altro si sente in diritto-dovere di dare consigli su come educare, curare, far crescere i nostri figli. Devo ammettere che se riesco, di solito, ad accettare i consigli (salvo poi fare quel che credo sia meglio io), odio proprio quelli che la mettono in negativo, per esempio: fare un inserimento lungo rende i figli bamboccioni (27esimaora), utilizzare il biberon oltre i due anni di età provocherà l'obesità di tuo figlio (ricerca scientifica americana), se dai una sculacciata a tuo figlio crescerà violento/disadattato/insicuro/depresso/potenziale suicida (per esempio qui), e potrei continuare. Mi sembra che più che farci riflettere o aiutarci a migliorare come genitori, vogliano solo colpevolizzare e in questo modo non fanno altro che renderci più insicuri e indecisi sulla linea da tenere. 
E poi diciamocelo, dopo 1, 2, 10 anni uscirà fuori una nuova moda o una nuova ricerca che dirà esattamente l'opposto, con tanto di dati alla mano. 
Il risultato è che o si sposa una teoria e la si segue acriticamente, oppure si cerca faticosamente una propria strada in questa giungla, cercando di perdonarsi quando ci si rende conto di aver sbagliato e sperando che i nostri figli siano capaci di sopravvivere ai nostri errori. 

Come catechista mi rendo conto che il mio (piccolo) apporto non è niente se non è collegato al lavoro dei genitori. In questi giorni io e una mia "collega" abbiamo avuto dei colloqui con diversi genitori per problemi dei/coi loro figli e mi è stato ancora più chiaro come le cose possano funzionare bene quando si cerca di trovare soluzioni comuni, di venirsi incontro e si mettono al centro le necessità del bambino, mentre quando si crea un "muro contro muro" in cui ognuno accusa l'altro di non comportarsi correttamente il primo a rimetterci è proprio lui. D'altra parte è vero anche che noi catechiste vediamo proprio per poco questi bambini, non abbiamo materialmente il tempo per creare un rapporto più profondo, almeno non quando ce ne sarebbe più bisogno, e quest'anno comincio a sentirla come una limitazione. 

E questo mi fa pensare al lavoro delle insegnanti. Quest'anno mio figlio ha cominciato la scuola elementare e, su mia richiesta, non è in classe con un suo compagno dell'asilo che lo ha sempre preso di mira. Ovviamente però lo vede ancora durante l'intervallo e nei primi giorni sembrava che la situazione creata all'asilo si ripresentasse anche qui. Poi il "miracolo": mio figlio mi ha informata che il "tormentatore" è "diventato bravo"!
Con tutto il rispetto per il lavoro delle maestre dell'asilo, penso di non sbagliarmi ritenendo che tale miracolo sia merito delle maestre della scuola, che evidentemente hanno trovato il modo per relazionarsi con quel bambino e fargli capire come ci si debba comportare. E ne sono felicissima, per lui e per mio figlio, che ora ha la vita più facile, ma soprattutto che spero abbia imparato che certi problemi possono risolversi. 

Ecco, le insegnanti hanno la possibilità di conoscere molto di più i nostri figli e con loro penso sia davvero importante creare quella che adesso viene chiamata "alleanza educativa". Ma come è difficile essere una brava insegnante! Riuscire a superare le proprie simpatie (credo sia umanamente impossibile non averle) e soprattutto le proprie antipatie; riuscire ad essere autorevoli, ma non autoritarie, comprensivi, ma non pappe molli... oltre ovviamente ad essere preparati e capaci di trasmettere le nozioni, e uno stile nell'approcciare il mondo. Io ho avuto la fortuna di avere una favolosa maestra alle elementari e mi rendo conto che molte delle mie convinzioni risalgono ad allora: la fede europeista e quella ecologista, per esempio, mi rendo conto che mi sono state insegnate in quegli anni. 
E non penso che crescendo l'importanza dell'avere validi insegnanti diminuisca, anzi! Nell'adolescenza, quando i genitori cominciano a infastidire, penso sia fondamentale incontrare dei professori che riescano ad essere punti di riferimento (magari inconscio). 

Credo davvero che se genitori, insegnanti, educatori in generale riuscissero a parlarsi,a lavorare insieme, ad influenzarsi positivamente in maniera vicendevole, educare sarebbe più facile e potremmo davvero ottenere tutti dei risultati migliori. 

Catechismo: seconda scheda

Abbiamo cominciato l'incontro con una preghiera e la canzone "Vocazione" per ricordare l'argomento che stiamo affrontando:
Era un giorno come tanti altri e quel giorno lui passò
Era un uomo come tanti altri e passando mi chiamò
come lo sapesse che il mio nome era proprio quello
come mai vedesse proprio me nella sua vita non lo so
era un giorno come tanti altri e quel giorno mi chiamò.

Tu Dio che conosci il nome mio, fa che ascoltando la tua voce,io ricordi dove porta la mia strada, nella vita all’incontro con te.
Potete ascoltarlo qui .

Dopo le chiamate degli apostoli Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni, in questo incontro abbiamo letto quella di Levi.

Abbiamo sottolineato come il comportamento di Gesù sia uguale sia con Levi che con gli apostoli precedentemente chiamati: Gesù ama tutti allo stesso modo, non fa differenze.

La reazione di Levi è invece differente da quella degli altri: anche lui segue Gesù, ma decide addirittura di organizzare un banchetto in cui invita molta gente. 
Ci siamo domandati il perché e la risposta che ci siamo dati è che Levi non era apprezzato, per suo lavoro e per come lo svolgeva, e l'invito di Gesù lo ha fatto sentire amato e accolto, forse per la prima volta da molto tempo. 

Abbiamo poi commentato il comportamento dei farisei e degli scribi: essi non capiscono come Gesù possa stare insieme a disonesti, peccatori. 
Abbiamo osservato che il comportamento dei farisei non è molto diverso dal nostro: se un bambino "diverso" arrivasse nel nostro gruppo, come reagiremmo? Lo accoglieremmo con gioia e curiosità, oppure lo lasceremmo in un angolo, senza curarcene? 
Ci siamo resi conto che non sempre è facile agire come Gesù e superare i pregiudizi. 

Ci siamo quindi chiesti chi sono i "malati" per cui viene Gesù e abbiamo capito che ognuno di noi è "malato" e ha bisogno di Gesù.


Infine ci siamo chiesti cosa vuole Gesù da noi e le risposte sono state molte: che ci lasciamo amare da lui, che rispondiamo al suo amore, che ci comportiamo bene, che lo cerchiamo, che amiamo gli altri, li aiutiamo, ecc.

Penso che ognuno di noi, che sia bambino o adulto, debba chiedersi spesso e volentieri cosa Gesù voglia da noi. E poi cercare di seguire la sua "chiamata".

Abbiamo concluso l'incontro con il canto "Camminerò".


martedì 9 ottobre 2012

Cos'è l'enneagramma?

Sabato sera sono venute a cena due mie compagne del liceo con le rispettive famiglie (in tutto eravamo 6 adulti e 7 bambini!) e chiacchierando del più e del meno siamo finiti a parlare di segni zodiacali ed enneagramma. I segni zodiacali li conoscono tutti, anche quelli che non ci credono; l'enneagramma è invece ai più sconosciuto, non c'entra assolutamente nulla con l'astrologia e ha destato un po' di interesse.

A farmi conoscere l'enneagramma è stato mio zio Stefano, che l'ha studiato e ha scritto anche dei libretti al riguardo ( facciamo un po' di pubblicità: Stefano Vassallo - Che cos'è l'enneagramma ). Il primo libro che ho letto mi sembra invece questo: Scoprire l'enneagramma. Alla ricerca dei nove volti dell'anima di Richard Rohr e Andreas Ebert  ed era molto interessante.

Detto in maniera un po' grossolana, l'enneagramma sostiene che le persone si possono dividere in 9 tipi diversi, che per facilità vengono chiamati con i numeri dall'1 al 9. Ad ogni tipo è associato un difetto e un pregio principali (ovviamente tutti noi abbiamo più difetti e più pregi, ma di solito ce n'è uno in particolare che ci "identifica") e un percorso di crescita o di "de-crescita".

Pregi e difetti


Ecco i difetti principali associati ai 9 tipi:

  1. ira
  2. vanagloria
  3. superbia
  4. invidia
  5. avarizia
  6. paura
  7. gola
  8. lussuria
  9. pigrizia
Ed ecco i pregi:
  1. ordine
  2. disponibilità
  3. motivazione
  4. profondità
  5. razionalità
  6. fedeltà
  7. allegria
  8. senso di giustizia
  9. spirito di sopportazione
Ogni tipo può essere associato a una figura "esemplificatrice":
  1. giudice: giudica (prima di tutto se stesso e poi gli altri), pretende il massimo da sé e da chi ha intorno;
  2. crocerossina: ha bisogno di aiutare gli altri per sentirsi indispensabile;
  3. leader: sa sempre cos'è la cosa migliore da fare, riesce a vedere il come e il chi, ma non sbaglia mai;
  4. artista: riflessivo e intimista, a volte si chiude in se stesso e si arrovella su sé stesso;
  5. studioso: astratto e perfezionista, si concentra sui particolari, dimenticando a volte il senso generale;
  6. seguace: ha bisogno di una guida, che poi fa fatica a mettere in discussione. E' fedele e disponibile, ha spirito di gruppo;
  7. clown: spensierato e vivace, ama fare tante cose, possibilmente divertenti, ma ha difficoltà a gestire i problemi e il dolore;
  8. giustiziere: vive con degli ideali che difende contro tutto e tutti, ma rischia di dimenticare le persone e di fare terra bruciata intorno a  sé
  9. paciere: calmo e placido, perennemente in ritardo, non ama i conflitti e cerca sempre di risolverli.

I percorsi di crescita e decrescita



Ogni tipo, per combattere il suo difetto, deve cercare di sviluppare il pregio di un altro tipo. In particolare:
  • il tipo 3 dovrà cercare di sviluppare lo spirito di collaborazione del 6, che dovrà invece puntare all'indipendenza del 9, che a sua volta dovrà cercare di diventare più attivo e propositivo come il 3;
  • il tipo 8 dovrà mettersi a disposizione degli altri come il 2, che dovrà invece imparare a conoscersi e apprezzarsi indipendentemente dal giudizio degli altri, come il 4, che dovrà diventare più oggettivo, come l'1, che dovrà imparare la leggerezza del 7, che dovrà invece puntare alla serietà del 5, che dovrà invece imparare a lottare come l'8.

Un tipo che riesce a seguire questo cammino di crescita si dice "redento", mentre uno che seguisse il cammino contrario sarebbe "irredento":

  • se il 3 diventa pigro come il 9, che a sua volta diventa pauroso come il 6, che potrebbe diventare dispotico come il 3
  • se il 2 diventasse violento come l'8, che potrebbe diventare astratto come il 5, che a sua volta potrebbe nascondersi i problemi come il 7, che potrebbe diventare pignolo e critico come l'1, che potrebbe chiudersi in se stesso e diventare invidioso come il 4, che potrebbe necessitare dell'approvazione degli altri come il 2.
Ho ovviamente semplificato, ma era tanto per dare un'idea.

Ci sarebbe ancora da dire molto, ma per oggi mi fermo qui. Se volete sapere qual è il vostro tipo, esistono diversi test online, io ho trovato questo: test

E se volete sapere qualcosa d'altro, sono qui ;-)


Elettricisti per caso

Chi mi conosce sa che non disdegno i lavori pratici: che ci sia da montare un lettino o capire come funziona un server, non mi sono mai tirata indietro, salvo poi rendermi conto che il mio cervello ha un blocco riguardo certi argomenti (per esempio non ho mai imparato come funziona l'hardware di un computer, nonostante abbia avuto colleghi di buona volontà che hanno cercato di farmelo capire in più occasioni).

Un'altra cosa che continua a essermi aliena è l'elettricità e gli impianti elettrici: a parte la regola basilare di tenere lontana l'acqua, non ci ho mai capito nulla.

Ieri notte però è saltata la corrente al piano superiore di casa mia e, visto che mio marito doveva recarsi da un cliente, mi ha chiesto di testare le varie lampadine per vedere qual'era quella che creava problemi. La sua idea era che chiedessi aiuto a mio papà, ma lui mi ha liquidato dicendo che per saltare la corrente doveva esserci un corto circuito e quindi bisognava chiamare l'elettricista. Mio marito non era d'accordo, ma si è detto disposto a fare lui il lavoro la sera.

Il problema è che mio marito quando fa i lavori pratici, perde il lume della ragione: si arrabbia, comincia a bestemmiare, diventa scontroso con il mondo intero... insomma, rischiamo tutte le volte il divorzio. E poi mi dispiaceva che la sera, rientrato dal lavoro, dovesse mettersi a fare un lavoro che comunque sarebbe stato lungo. Così, mentre le bimbe dormivano, mi ci sono messa io: prendi la scala dalla cantina, portala di sopra (ma quanto cavolo pesa???), cerca di capire come aprirla e allungarla (non ci sono più le vecchie scale di una volta... per fortuna! Io rischiavo sempre di cadere! La nostra è molto più stabile), togli le plafoniere (abbiamo solo plafoniere a casa nostra, esattamente 7 al primo piano), svita le lampadine, scendi ad attivare la corrente... e regolarmente saltava il salva vita. Che palle! 

Alla fine, dopo aver testato tutte le lampadine ed aver sudato come una capra tibetana, non è cambiato nulla. Chiamo mio marito, glielo dico e la sua risposta rischia di farmi imbestialire (ma sono troppo stanca e rinuncio): "ma perché ti sei messa a fare quel lavoro? Io avrei prima fatto le prove col tester (e che è??) sul pannello". 

Comunque alla fine lui torna a casa, fa le sue prove, stabilisce che il cortocircuito è proprio al primo piano e a forza di fare prove (accendi-spegni) riesce a far saltare definitivamente il cortocircuito, che si scopre essere nella luce dello specchio del bagno. E qui avviene il miracolo! Ci mettiamo in due a sistemarlo (ok, lui faceva l'elettricista, io il manovale, ma non stiamo a sottilizzare) e, udite udite, non parte neanche un urlo, una risposta stizzita, una parolaccia... nulla! Lavoriamo fianco a fianco in perfetta armonia. 

Di elettricità continuo a non capirne nulla, ma adesso mi sta molto più simpatica ;-)

lunedì 8 ottobre 2012

Libri antichi

Anni fa ho scoperto quello che poi è diventato uno dei miei scrittori preferiti: Arturo Pérez-Reverte. Il libro che me l'ha fatto scoprire è stato "Il club Dumas" (http://it.wikipedia.org/wiki/Il_club_Dumas), un libro bellissimo, in cui l'autore riesce a rendere l'impossibile accettabile, almeno nella logica del libro. Ha sconvolto di più la mia Fede quel libro che anni di discussione con non credenti.

Il libro mi è tornato in mente leggendo un articolo sul Corriere della Sera on-line:
http://www.corriere.it/cronache/12_ottobre_08/quel-saccheggio-continuo-predatore-libri-gian-antonio-stella_081d7b72-110c-11e2-b61f-b7b290547c92.shtml

Come mai? Perché nel libro di Perez-Reverte il protagonista è un esperto di libri antichi che cerca su commissione e le descrizioni di quei volumi, di come sono rilegati, delle sensazioni che da tenerli in mano, sfogliarli, sono così precise da farteli amare senza averli mai visti.

Ammetto che ho sempre avuto la passione per i libri e non è mai stata solo una questione di amore per la lettura: mi piace fisicamente tenere un libro in mano, mi piace sfogliarlo e odio, per esempio, chi fa le orecchie sulle pagine per tenere il segno (vero Anna??? ;-p ). Quindi sapere che qualcuno abbia trafugato e rovinato dei volumi storici e preziosi per il proprio tornaconto personale mi fa imbestialire e il pensiero che, ancora una volta, la persona sbagliata si trovava nella posizione ideale per fare danni grazie ai nostri eccezionali (nel senso che dovrebbero essere delle eccezioni, e non la normalità!) politici mi riempie di disgusto.

Ho letto che ormai solo il 4% degli italiani si fida dei politici... e come darci torto se ogni giorno esce fuori l'ennesima schifezza?

domenica 7 ottobre 2012

Sport e figli

Seguo sempre il blog della 27esimaora sul sito on-line del Corriere della Sera (http://27esimaora.corriere.it/): non sono sempre d'accordo sulle tesi degli articoli, ma spesso e volentieri li trovo interessanti o curiosi.

Oggi ho letto un articolo che mi è piaciuto:  http://27esimaora.corriere.it/articolo/i-grandi-siamo-noi-dimenticarlo-costa-caro/#more-6190

Mi è piaciuto perché proprio in questi giorni ero dibattuta se insistere o meno con mio figlio per farlo andare ai corsi di nuoto e implicitamente ho trovato nell'articolo quella spinta che mi mancava.

Premetto che mia mamma non ha mai insistito per farmi fare nulla: un po' perché avendo molti figli era più comodo (ed economico) che noi non fossimo appassionati di corsi sportivi o di altro genere, un po' perché lei per prima non è mai stata sportiva, e a me è sempre andata bene così. Questo non significa che ci abbia impedito di sperimentare: io ho cominciato a studiare pianoforte, ad andare a fare ginnastica artistica, a giocare a pallavolo... e smettevo regolarmente dopo uno o due mesi! Un disastro di pigrizia. E mia mamma non ha mai insistito per farmi portare a termine l'impegno. D'altra parte alle elementari ho fatto 5 anni di piscina e di minibasket (curricolari), e questa era una buona scusa.

Mio figlio invece non andrà in piscina con la scuola e questo mi spiace molto, per cui ho pensato che potrebbe essere utile che imparasse a nuotare, visto che ama l'acqua. Il problema è che mio figlio è anche pauroso, insicuro e ansioso e l'idea di dover nuotare senza braccioli (conquista di quest'estate: prima entrava in acqua solo con il salvagente!) lo spaventa tantissimo. Sostiene che preferirebbe andare a calcio, anche se non lo vedo spesso con un pallone ai piedi.

Che fare? Ed ecco la risposta nell'articolo: a decidere dobbiamo essere noi adulti! Evviva! Calcio può aspettare l'anno prossimo, quando il nonno sarà in pensione e sarà ben felice di accompagnarlo agli allenamenti; quest'anno si fa nuoto... e dopo lo so che mi ringrazierà :-) .....

piscina di moriggia, dal sito della Prealpina

...o no? :-§

venerdì 5 ottobre 2012

Scuola mia bella...

Mio figlio ha cominciato quest'anno la prima elementare... e già questo per una mamma è una bella emozione!
Ma l'ha cominciata nella stessa scuola che ho frequentato io, troppi anni fa, dove ci sono ancora molte insegnanti che ho conosciuto allora (e insegnanti che hanno avuto poi i miei fratelli successivamente), e questo è ancora più emozionante: una specie di ritorno a casa.

Certo, una volta la scuola aveva molti più finanziamenti e io ho avuto molte più possibilità di quelle che avrà mio figlio: ho imparato a nuotare durante le ore di nuoto curricolari; c'erano due maestre per classe che garantivano ore di co-presenza e permettevano di effettuare ricerche inter-sezione o laboratori inter-classe.

C'è anche da dire che per andare in piscina allora non c'erano problemi a prendere i bus di linea, i genitori non avevano problemi a pagare di tasca loro i biglietti dei bus, mentre negli ultimi anni si pagavano bus privatamente perché altrimenti c'era il rischio di perderli (noi in 5 anni non abbiamo MAI perso un bus) e allora i genitori non si lamentavano con le insegnanti se il figlio non si asciugava bene i capelli e prendeva il raffreddore (ricordo che la mia maestra raccomandava il berretto di lana).

Insomma, la colpa di certi tagli non è SOLO della congiuntura economica, ma anche di noi genitori "moderni"...

Non tutto però è peggiorato: per esempio questo è il secondo anno in cui si avrà una collaborazione con il British Institute per il potenziamento di inglese (con un contributo sacrosanto di noi genitori).

Proprio ieri sera sono stata alla riunione del comitato genitori e ho trovato veramente molta gente con voglia di fare, di dare una mano, di collaborare. Ognuno con il suo carattere e le sue predisposizioni.
Credo che il merito sia anche della presidentessa, che ha la capacità di ricordare, quando serve, perché siamo lì.

E io come ho intenzione di aiutare? Ma ovviamente mi sono offerta di gestire il profilo facebook del comitato, avevate dubbi?

giovedì 4 ottobre 2012

cambio di giornata!

Ho letto da qualche parte che una tortura usata in molti regimi è togliere il sonno ai prigionieri: chi lo ha inventato deve essere stata una donna, anzi, una mamma che l'ha provato sulla sua pelle! 
Cominciava così il post che stavo scrivendo stamane, dopo l'ennesima notte insonne causa dentizione delle gemelle (mi chiedo: ma di denti da latte non ne bastavano 16? anche 12 per la verità...), poi per fortuna sono uscita di casa per fare la spesa e al parco giochi ho incontrato Julia, la ragazza argentina che, 10 anni dopo essere stata ospite dei miei per 6 mesi, è tornata a trovarli.

Nel 2001 infatti una delle mie sorelle è andata per 11 mesi negli States con Intercultura (www.intercultura.it) ed è stato chiesto ai miei genitori se volevano nel frattempo ospitare un ragazzo straniero: così a gennaio del 2002 è arrivata Julia, che ha subito conquistato tutta la famiglia.

Negli anni successivi i miei hanno ospitato altri stranieri: un tedesco, un'indonesiana che adesso ha vinto una borsa di studio per l'università di Udine, una cinese di Hong Kong e poi tutta una serie di persone straniere che volevano visitare l'Italia spendendo poco e conoscendo famiglie italiane (tramite il sito http://www.hospitalityclub.org/ ).

Tutti i ragazzi che sono stati ospitati per più mesi sono per noi come fratelli adottivi, perché non puoi vivere sotto lo stesso tetto, condividere per tanto tempo tante cose e non sentirti della stessa famiglia. Ma ammetto che Julia è stata quella con cui il legame è stato più intenso.

Sono anche andata a trovarla, nell'ottobre del 2002, e siamo state insieme a vedere le Cascate dell'Iguaçu, al confine con il Brasile: che meraviglia!



Non sono uno spettacolo???

Beh, meglio parlare di questo che delle notti insonni, no? ;-)


mercoledì 3 ottobre 2012

Catechismo: prima scheda

Ieri a catechismo abbiamo presentato ai bambini la chiamata dei primi apostoli:



Nella prima parte ci siamo concentrati su quanto viene raccontato dal vangelo di Marco, inserendo sotto i disegni una spiegazione di cosa stava avvenendo. Abbiamo osservato come l'incontro con Gesù trasformi un giorno qualunque in un giorno speciale, che cambia la vita delle persone. 

Abbiamo notato come gli apostoli non abbandonino per Gesù solo il loro lavoro, ma anche la loro famiglia, come fanno ogni uomo e ogni donna che lasciano la loro famiglia per sposarsi.

Ci siamo anche chiesti cosa significhi essere "pescatori di uomini" e abbiamo notato come il primo pescatore di uomini sia Gesù stesso, che con la sua Parola ci attira a sé e ci porta con sé.

In definitiva Gesù chiama gli apostoli perché diventino come lui.



Nella seconda parte abbiamo cercato di portare il discorso nel nostro quotidiano, perché Gesù ancora oggi chiama e chiama ognuno di noi. 

Infine il canto ha riproposto questo messaggio in maniera sintetica e allegra.

Penso sia interessante riprendere questo discorso a casa, con i propri figli, e può aiutare anche noi adulti rispondere alla domanda: "Qual è la mia risposta alla chiamata di Gesù?".


Catechismo

Ho intenzione di inserire una serie di post su quanto faremo a catechismo: potrebbe interessare ai genitori dei miei bambini, soprattutto a quelli che dovessero saltare degli incontri, e alle catechiste che seguiranno la quarta elementare i prossimi anni. Ovviamente ogni contributo che voleste dare potrebbe interessarmi :-)  anche perché quello che scriverò sarà solo un sunto di quanto emerso durante l'ora di catechismo del mio gruppo, senza nessuna presunzione di dire tutto quello che un brano di vangelo può ispirare o una scheda può rappresentare oppure ancora un gruppo diverso di bambini e di catechiste può tirar fuori sull'argomento.

I post sul catechismo avranno una grafia diversa in modo da essere facilmente riconoscibili.

E adesso cominciamo!

Influenze di stagione

Ormai è matematico: ieri ho avuto l'incontro di catechismo con i bambini di quarta e stamane mi sono svegliata con un potente raffreddore. Io penso non potrei mai fare la maestra elementare: passerei più giorni a casa in malattia che a scuola a lavorare.

In realtà non è che con mio figlio vada meglio: quest'anno ha cominciato la prima elementare è dopo 3 giorni era già intasato: umidificatore, aerosol, suffumigi a go-go non gli hanno impedito di perdere 2 giorni di scuola.  Il problema poi è che me l'ha subito passato! Così io ho fatto due giorni a provare qualunque metodo curativo mi venisse in mente:

  • medicina tradizionale: dallo zerinol (l'acqua fresca avrebbe fatto maggior effetto) alla tachipirina;
  • rimedi della nonna: dalla grappa calda col miele alla pasta aglio-olio-peperoncino, dalle spremute di arancia al brodo di pollo;
  • rimedi "alternativi": dall'oscillococcinum (ma chi li inventa i nomi di certi medicinali???) all'echinacea. 
Che poi secondo me in questi casi bisognerebbe solo starsene due giorni a letto, ma questa è l'unica cura che i genitori non si possono permettere (bhe, pensandoci bene anche la grappa calda col miele è meglio berla in dosi ridotte quando si è genitori: un genitore ubriaco non è il massimo...).

Comunque a quel punto ho deciso che bisognava tentare qualche cosa di preventivo, così è quindici giorni che io e mio figlio ci stiamo bevendo un integratore con l'echinacea, che pare faccia miracoli... ma allora perché, perché, perché continuo a soffiarmi il naso????

E voi cosa usate per prevenire/curare i malanni di stagione?

martedì 2 ottobre 2012

Libri

Non ho mai avuto tanti libri da leggere come in questo periodo! 

Una volta, prima di diventare mamma, andavo una volta al mese alla feltrinelli e compravo una decina di romanzi che poi leggevo la sera o in qualunque ritaglio di tempo. 

Poi ho cominciato ad avere meno tempo per leggere e ancora meno per andare a comprare libri, quindi ho cominciato a farmeli regalare (con sollievo di mio marito che adesso sa sempre cosa comprarmi per le feste comandate) e prestare da amici e parenti, col risultato che passavo lunghi periodi digiuna. 

Da un po' ho deciso di abbandonare i romanzi (anche perché ad un certo punto cominci a trovarli tutti uguali, no? Quelli da single, quelli pseudo-storici, quelli di avventura, quelli polizieschi, quelli romantici... )... solo che un romanzo lo si può leggere in una notte insonne, mentre un libro di economia è un po' più pesante! Il risultato è che attualmente sul mio comodino ho:

  • "Le beatitudini evangeliche"(perché quest'anno a catechismo affronteremo le beatitudini e mia mamma ha pensato bene che fosse il caso di farmele approfondire)
  • "Capire l'economia" e "Micro-macro economia. I concetti di base" (questi me li sono fatti consigliare da un amico economista circa un anno fa perché volevo capire qualcosa di tutto questo spread, debito pubblico, economia di mercato, ecc... li ho cominciati entrambi, li ho ri-cominciati entrambi, ma non riesco a finirli, mannaggia!)
  • "Alla scoperta del Dio vicino" (lettera pastorale di 60 pagine che non riesco a finire)
  • "Il vangelo di Maria" (regalo del parroco lo scorso Natale)

Oggi poi un'amica (grazie Elena!) mi ha portato in prestito quattro libri per prepararmi al concorsone per gli insegnanti:
  • "Psicologia dell'apprendimento e dell'istruzione" 
  • "Animare i contesti scolastici" 
  • "La didattica fra teoria e pratica" 
  • "Matematica e insegnanti della formazione primaria" 

Uhm....................

...mi sa che oggi vado a comprarmi "50 sfumature di grigio" e chi si è visto si è visto! 





E voi, quali libri avete sul comodino?

lunedì 1 ottobre 2012

Festa dei nonni

Domani, per chi non lo sapesse, è la festa dei nonni. E anche degli angeli custodi.
Ci sarà un nesso? :-)
Perchè in fondo i nonni a volte sono proprio degli angeli custodi, no?

I miei figli sono molto fortunati: hanno 4 nonni giovanili e una bisnonna (ieri 90 anni!) che riesce ancora a tenere tutti in pugno (e che ci riempie di maglioncini fatti a mano al grido: "Coprili!").
Questa bisnonna ha trasmesso a sua figlia, mia suocera, l'amore per il bello, per l'arte, e la capacità di creare arte con le sue mani: con il ricamo, con la pittura, con il disegno e con qualunque altro mezzo.

In questi giorni sto cercando in internet un disegno o una foto per darle uno spunto per fare un nuovo murale in camera di mio figlio: mi piacerebbe una cascata circondata da alberi tropicali con pappagalli che volano da un lato all'altro. Finora ho trovato questo:


mi piace molto, però è troppo scura per utilizzarla così com'è.
Nella camera che sarà delle gemelle, mia suocera ne ha fatto uno bellissimo:




Sì, mia suocera è proprio una nonna speciale... come lo sono solo i nonni! :-)