Lui ha vissuto 3 anni in Inghilterra quando era adolescente perché suo papà era stato trasferito là per lavoro e la famiglia lo ha seguito.
Io vivo nello stesso quartiere dove sono nata.
Lui sta scoprendo solo ora le cicatrici che quell'esperienza gli ha lasciato, mentre ha ben presenti i vantaggi che gli ha regalato.
Io sono sempre stata terrorizzata da queste esperienze, per tutta una serie di motivi.
Il discorso è nato parlando di un lavoro che potrebbe interessare a mio marito, nella svizzera tedesca: prima di mandare il curriculum, mi ha chiesto se ero d'accordo e io gli ho detto di sì. Il mio amico mi ha quindi chiesto se, in caso venisse scelto, ci saremmo trasferiti tutti e io gli ho risposto che non lo sapevo: certo, le gemelle sono piccole e credo non avrebbero troppi problemi (non parlano ancora l'italiano, al limite passerebbero direttamente al tedesco! :-D ), ma Andrea è già alle elementari... Lui ha risposto che secondo lui invece sarebbe l'età migliore: certo farebbe fatica all'inizio, ma ne avrebbe solo vantaggi. E io, a poco a poco, mentre ne discutevamo, ho realizzato che non ero così restia solo per paura di mettere in difficoltà i miei figli, e anche me (non riesco ad imparare l'inglese, figuriamoci il tedesco!), ma perché mi spaventa l'idea che mio figlio cresca in un ambiente e in un modo a cui non sono preparata!
Questa cosa mi ha sconvolto!
da 123rf |
Insomma, ho paura che la mela cada lontana dall'albero e io non abbia gli strumenti e i punti di riferimento adeguati per capire e aiutare e indirizzare quella mela! Soprattutto per capirla...
Sia chiaro, non è che restare in Italia mi assicuri di poter far crescere mio figlio come vorrei, però... però effettivamente il mio subconscio lo pensava!
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