E' di ieri la notizia che il cardinale Ennio Antonelli, ex presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, ha "aperto" alla comunione ai divorziati risposati se vivono castamente le loro seconde nozze.
Facciamo un passo indietro: per la Chiesa il matrimonio cristiano è un sacramento e come tale è un segno visibile dell'amore di Dio. In questo caso è il sigillo che Dio mette all'amore umano tra un uomo e una donna. Per questo motivo la Chiesa non ammette il divorzio e un nuovo matrimonio: l'uomo non può dividere ciò che Dio ha unito. (Il caso dell'annullamento è diverso: in questo caso si attesta che il matrimonio celebrato non era valido in origine, come se in un contratto un contraente avesse firmato con un nome falso: il contratto non è valido).
Se una persona viene abbandonata dal partner o se si allontana da lui/lei per seri motivi (penso alle violenze domestiche), ma rimane castamente in attesa di un ravvedimento, la Chiesa ammette ancora alla comunione (conosco casi del genere, per quanto alla nostra società possano parere pazzeschi). Per quanto severa, è una norma con una sua logica interna.
Quindi, per intenderci, Berlusconi che fa la comunione dopo aver divorziato da non una, ma due mogli, è un po' difficile considerarlo pronto ad una riconciliazione con quella sposata in chiesa, ma va be', ognuno farà poi i conti con la sua coscienza.
Qui invece stiamo parlando di una coppia in cui almeno uno dei due si è sposato in chiesa, ha poi divorziato e si è risposato con un'altra persona, quindi una situazione che non da adito a dubbi: difficilmente una persona risposata si sta dimostrando pronta a una riconciliazione.
E allora questa apertura che senso ha?
Vita, pensieri, parole di una donna che non si sente solo mamma.
giovedì 9 luglio 2015
martedì 16 giugno 2015
Came back anni '90
E anche quest'anno scolastico è finito, con le sue gioie (tantissime) e i suoi dolori (davvero pochi!).
Mi sono innamorata infinite volte (molti bei ragazzi tra i miei studenti!) e mi sono divertita molto (incazzandomi ogni tanto, ma ci sta!).
A fine anno, come a volte faccio, ho proposto ai miei studenti un giochino "oratoriano": ogni ragazzo prende un foglio bianco e ci scrive su il proprio nome, poi il foglio gira e ogni volta chi lo prende aggiunge un pregio del proprietario del foglio, finché non torna al punto di partenza. In questo modo alla fine ognuno ritrova il proprio foglio pieno di complimenti ricevuti dai suoi compagni.
In una classe mi sono messa in gioco anche io e... beh, son soddisfazioni! Però una frasetta che ho ricevuto mi ha lasciato perplessa:
Io rappresenterei gli anni '90?
Mi sono innamorata infinite volte (molti bei ragazzi tra i miei studenti!) e mi sono divertita molto (incazzandomi ogni tanto, ma ci sta!).
A fine anno, come a volte faccio, ho proposto ai miei studenti un giochino "oratoriano": ogni ragazzo prende un foglio bianco e ci scrive su il proprio nome, poi il foglio gira e ogni volta chi lo prende aggiunge un pregio del proprietario del foglio, finché non torna al punto di partenza. In questo modo alla fine ognuno ritrova il proprio foglio pieno di complimenti ricevuti dai suoi compagni.
In una classe mi sono messa in gioco anche io e... beh, son soddisfazioni! Però una frasetta che ho ricevuto mi ha lasciato perplessa:
Came back anni '90!
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