venerdì 5 settembre 2014

Like a girl

Ho appena finito di leggere un romanzetto, "I love New York" di Lidsey Kelk per la precisione. Ok, lo so anche io che non è la lettura più impegnativa ed esaltante dell'anno, ma tra un Proust e un Thomas Mann posso anche permettermelo no? No, sto scherzando, non credo di aver mai letto un libro di quei due signori, anche se non escludo di farlo, un giorno o l'altro: non ho preclusioni di sorta.
Tornando al romanzo di cui sopra, mi sono accorta dopo le prime pagine che non era tanto il mio genere (un mix tra Bridget Jones e I love shopping, ma meno divertente di entrambi), ma ho voluto finirlo comunque. Poi stamane mia sorella ha condiviso su FB un video, questo:
Premetto che non mi considero femminista, semmai post-femminista: parlando solo per i paesi occidentali, i diritti fondamentali ce li siamo conquistati, in alcuni casi addirittura più di quelli che ci spetterebbero, adesso dobbiamo solo imparare ad utilizzarli senza trasformarci in brutte copie degli uomini. Detto questo, leggo un libro come quello succitato e mi chiedo: ma sono gli uomini a far diventare "like a girl" una specie di insulto o ci mettiamo anche noi del nostro? E' vero, gli uomini hanno Fantozzi, che non è esattamente un bel testimonial. Ma noi abbiamo davvero bisogno di mostrarci come delle imbarazzanti imbranate con la testa piena di scemenze e assoggettate in tutto e per tutto alla moda? Sarà che io sono completamente ignorante in fatto di moda, mea culpa, ma com'è possibile che la protagonista di un romanzo per donne dica che nei momenti difficili si affida al lucidalabbra e alla sua borsa di Marc Jacobs? Secondo me l'autrice sperare/contava sul fatto di ricevere regali da quello stilista in ringraziamento per la pubblicità sperticata.
La cosa più assurda è che questa attenzione maniacale per vestiti-scarpe-borse non riguarda il fidanzato, che va benissimo straccione: della serie "l'uomo ha da puzza'"!
Per forza poi una pensa che "come una ragazza" significhi da decerebrata, per forza poi una donna per sentirsi in gamba imita gli uomini!
Ora mi sembra di sentire la voce di Miranda, quella di "Il diavolo veste Prada", quando cazzia la stagista che si crede superiore a chi si occupa di moda:
Va bene, non voglio dire che la moda sia una stupidata, posso anche arrivare a pensare che sia una forma d'arte e che quindi abbia i propri appassionati. Persino io so riconoscere che certi abiti e certe scarpe (un po' meno le borse, lo ammetto) sono veramente belli. E sì, mi piacerebbe avere i soldi per acquistare e soprattutto delle occasioni in cui indossare un vestito di Valentino. Ma noi non siamo qualcosa di più di quello che indossiamo? Davvero la nostra autostima si basa su quanto ci circonda e non su quello che siamo? Davvero siamo sempre così concentrate e preoccupate dell'esteriorità?
La cosa più assurda è che queste ragazze bellissime, con vestiti e accessori costosissimi, poi bevono e vomitano con una frequenza imbarazzante. E allora tutta questa attenzione all'esteriorità dove va a finire? Mah!
Forse Fantozzi fa ridere gli uomini, ma nessuno vorrebbe essere come lui (anche quelli che purtroppo ci assomigliano anche troppo) e le donne lo sanno.
Noi donne siamo altrettanto sicure che non vogliamo essere come Rebecca Bloomwood (protagonista di I love shopping)?

Concludo con un aforisma di Oscar Wilde, che mi fa sempre impazzire: "O si è un'opera d'arte o la si indossa. "